Bella ciao

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Bella ciao
Artista
Autore/iSconosciuto
GenereCanzone popolare
StilePopolare
Esecuzioni notevoliHardwell, Hugel, Steve Aoki, Klischée, Maria Farantouri, Milva, Modena City Ramblers, Marlene Kuntz, Giorgio Gaber, Swingle Singers, Arcusgi, Yves Montand, Manu Chao, Canzoniere delle Lame, Goran Bregović, Talco, Marco Calliari, Tom Waits, Tosca, Gims, Enrico Capuano, Francesco Guccini
Campione audio

Bella ciao è un canto popolare italiano dedicato alla Resistenza italiana attiva contro l'esercito "invasor" della Germania nazista. Secondo l'Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) Bella ciao "divenne inno della Resistenza soltanto vent'anni dopo la fine della guerra [...] è diventato un inno soltanto quando già da anni i partigiani avevano consegnato le armi".[1] Secondo altri fu proprio di alcune formazioni della Resistenza[2][3], ma forse mai o poco cantato nella versione oggi nota, prima della fine della guerra.[4][5]

Gli stessi estensori della proposta di legge di Bella ciao come inno istituzionale del 25 aprile evidenziano che la canzone, nella forma che oggi tutti conosciamo, non è presente in nessun documento anteriore agli anni 1950 tanto da non comparire in nessuna raccolta di canti partigiani di quegli anni, come il Canta partigiano edito da Panfilo a Cuneo nel 1945, le varie edizioni del Canzoniere italiano di Pasolini o le riviste (come Folklore nel 1946) "Se la canzone è riconducibile, in forma embrionale, ad alcuni canti popolari […] la forma definitiva che tutti conosciamo compare invece diversi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale".[6]

Alcuni sostengono che la prima pubblicazione del testo oggi cantato sia avvenuta nel 1953 sulla rivista La Lapa, per poi essere pubblicato su l'Unità nel 1957.[7] Quel che è certo è che la sua conoscenza si è diffusa soltanto dopo il Festival di Spoleto del 1964 a cui molti attribuiscono la prima versione della ballata come la conosciamo ora[8][9][10][11][6] e che oggi viene cantata associandola idealmente al movimento partigiano.

Nonostante sia un brano italiano legato a vicende nazionali, viene usato in molte parti del mondo come canto di resistenza e di libertà.

  1. ^ ANPI, Bella Ciao [collegamento interrotto], su anpi.it, 25 dicembre 2012. URL consultato il 22 settembre 2021.
  2. ^ La vera storia di “”Bella ciao”, che non venne mai cantata nella Resistenza, su lanostrastoria.corriere.it. URL consultato il 16 agosto 2021 (archiviato il 20 gennaio 2021).
  3. ^ Giacomini, pag.28.
  4. ^ La vera storia di “”Bella ciao”, che non venne mai cantata nella Resistenza, su lanostrastoria.corriere.it. URL consultato il 16 agosto 2021.
  5. ^ Come ha fatto Bella Ciao a diventare l'inno dei movimenti di mezzo mondo, su L'Espresso, 12 novembre 2019. URL consultato il 21 settembre 2021.
  6. ^ a b lalli, Bella ciao come 'inno istituzionale' del 25 aprile: la proposta, su Adnkronos, 6 giugno 2021. URL consultato il 5 dicembre 2021.
  7. ^ lalli, Bella ciao come 'inno istituzionale' del 25 aprile: la proposta, su Adnkronos, 6 giugno 2021. URL consultato il 22 settembre 2021.
  8. ^ Paolo Conti, «Bella Ciao», perché il canto popolare è diventato simbolo della Resistenza ed è approdato in Ucraina, su Corriere della Sera, 21 aprile 2022. URL consultato il 25 aprile 2022.
  9. ^ Bella ciao per Giorgio Bocca “Un’invenzione del Festival di Spoleto”, su ILFORMAT, 2 maggio 2020. URL consultato il 16 agosto 2021.
  10. ^ J. Tomatis, Cinquant'anni di Bella ciao, su Doppiozero, 9 giugno 2014. URL consultato il 16 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2021).
  11. ^ Figli di "Bella Ciao", quel concerto leggendario 50 anni dopo, su la Repubblica, 20 agosto 2014. URL consultato il 16 agosto 2021.

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