Biodegradazione

In chimica ambientale, la biodegradazione è la degradazione di un composto (a prescindere che sia di origine naturale o sintetico) attraverso processi enzimatici,[1] in genere per azione di microrganismi quali batteri e funghi. Un materiale che è suscettibile di attacco enzimatico è detto biodegradabile. La biodegradazione interessa i composti a base di carbonio a basso stato di ossidazione, studiati dalla chimica organica.

La biodegradazione, se è completa, porta il carbonio organico del composto a carbonio inorganico, studiato dalla chimica inorganica. In questo caso si parla di biodegradazione ultima, in quanto i prodotti finali di tale processo sono sostanze stabili che non possono essere degradate ulteriormente. Altrimenti nel caso di degradazione non completa, detta primaria, si ha una trasformazione del composto originario in molecole meno complesse ma non ancora portate allo stato inorganico.

La biodegradazione riveste un ruolo fondamentale nel mantenere l'equilibrio ecologico degli ecosistemi ed in generale del pianeta in quanto permette di reimmettere il carbonio organico, fissato durante la fotosintesi, nel ciclo biogeochimico del carbonio come carbonio minerale (anidride carbonica).

Il termine "biodegradabile" è spesso confuso con "compostabile", dove quest'ultimo termine implica che la biodegradazione avvenga sotto particolari condizioni associate al processo di compostaggio.


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