Bombardamenti navali del Giappone nella seconda guerra mondiale

Bombardamenti navali del Giappone
parte della guerra del Pacifico nella seconda guerra mondiale
La USS Indiana apre il fuoco sulla città di Kamaishi il 14 luglio 1945
DataLuglio-agosto 1945
LuogoCoste del Giappone
TipoBombardamento navale
ObiettivoCittà e zone industriali del Giappone
Forze in campo
Eseguito daBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda
Ai danni di Impero giapponese
Comandate daWilliam Halsey
Bilancio
EsitoBombardamenti riusciti
Perdite civili3.282 tra morti e feriti
Perdite infrastrutturaliVari danni a impianti industriali e ferroviari
Perdite attaccantiNessuna
fonti citate nel corpo del testo
voci di bombardamenti aerei presenti su Wikipedia

Una campagna di bombardamenti navali del Giappone nella seconda guerra mondiale fu lanciata dalle forze navali degli Alleati tra il luglio e l'agosto 1945, durante le fasi finali delle operazioni belliche nel teatro operativo del Pacifico.

A partire dalla metà del luglio 1945 la United States Third Fleet dell'ammiraglio William Halsey, al cui interno erano state integrate varie unità della British Pacific Fleet, iniziò ad attaccare varie città e siti industriali lungo le coste orientali dell'arcipelago giapponese, impiegando sia velivoli imbarcati su portaerei che l'artiglieria di grosso calibro di navi da battaglia e incrociatori. Lo scopo di questi attacchi, oltre che causare danni a impianti industriali e basi nemiche difficilmente raggiungibili dai bombardieri strategici che decollavano dalle basi avanzate nelle isole Marianne, era anche quello di attirare in combattimento le residue forze aeree e navali rimaste ai giapponesi, onde distruggerle in preparazione di una eventuale invasione anfibia alleata dello stesso Giappone.

Gli attacchi di maggior ampiezza furono portati a termine il 14 e il 15 luglio ai danni degli impianti siderurgici di Kamaishi e Muroran nel nord del Giappone. Svariati altri attacchi da parte di navi statunitensi e britanniche si abbatterono su varie località della costa orientale di Honshū, fino all'ultima azione rappresentata da un secondo bombardamento di Kamaishi il 9 agosto. Ulteriori bombardamenti furono cancellati a seguito della resa del Giappone il 15 agosto seguente.

I bombardamenti ebbero scarso successo nell'attirare in combattimento le forze aeronavali nipponiche, conservate con cura proprio in vista del contrasto all'attesa invasione; per quanto ritenuti da alcuni come sproporzionati rispetto ai risultati ottenuti, i bombardamenti causarono comunque danni gravi all'industria giapponese dell'acciaio e soprattutto scossero pesantemente il morale della popolazione civile nipponica, convincendola ancora di più che la guerra era ormai perduta.


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