Brigate Rosse

Brigate Rosse
Simbolo delle Brigate Rosse.
Attiva1970-1988
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ContestoAnni di piombo
IdeologiaComunismo
Marxismo-leninismo
Affinità politicheNuclei Armati Proletari
Prima Linea
Rote Armee Fraktion
Componenti
FondatoriRenato Curcio
Mara Cagol
Alberto Franceschini
Componenti principaliRenato Curcio
Mara Cagol
Alberto Franceschini
Mario Moretti
Prospero Gallinari
Franco Bonisoli
Rocco Micaletto
Lauro Azzolini
Barbara Balzerani
Maurizio Iannelli
Valerio Morucci
Adriana Faranda
Riccardo Dura
Giovanni Senzani
Bruno Seghetti
Raffaele Fiore
Luca Nicolotti
Alessio Casimirri
Attività
Azioni principaliSequestro e omicidio Moro
Primi collaboratori di giustiziaMarco Pisetta
Patrizio Peci

Le Brigate Rosse (BR) sono state un'organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra costituitasi nel 1970 per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. Di matrice marxista-leninista, è stato il più potente, il più numeroso e il più longevo gruppo terroristico di sinistra del secondo dopoguerra esistente in Europa occidentale.[1][2]

In base ai racconti di alcuni dei principali militanti, la decisione di intraprendere la lotta armata sarebbe stata presa in un convegno tenuto nell'agosto del 1970 in località Pecorile, frazione di Vezzano sul Crostolo (RE) a cui partecipò un centinaio di delegati dell'estremismo di sinistra provenienti da Milano, Trento, Reggio Emilia e Roma.[3] Nell'organizzazione confluirono i militanti del cosiddetto «gruppo reggiano», tra cui Alberto Franceschini, quelli del gruppo proveniente dall'Università di Trento, tra cui Renato Curcio e Margherita Cagol, e quelli del gruppo di operai e impiegati delle fabbriche milanesi Pirelli e Sit-Siemens, tra cui Mario Moretti.

Le prime azioni rivendicate come "Brigate Rosse" risalgono al 1970, e continuarono con il massimo dell'attività tra il 1977 e il 1980. Dopo una fase di cosiddetta "propaganda armata" con attentati dimostrativi all'interno delle fabbriche e sequestri di dirigenti industriali e magistrati, dal 1974 al 1976 vennero arrestati o uccisi i principali brigatisti del gruppo iniziale. Da quel momento la direzione dell'organizzazione passò ai brigatisti nel nuovo Comitato Esecutivo in cui assunse un ruolo determinante Mario Moretti, che potenziarono notevolmente la capacità logistico-militare del gruppo, estendendo l'azione – oltre che nelle città del Nord – anche a Roma e Napoli, moltiplicando gli attacchi sempre più cruenti contro politici, magistrati, industriali e forze dell'ordine.

Momenti culminanti dell'attività del gruppo furono l'agguato di via Fani e il sequestro Moro nella primavera 1978; con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro le Brigate Rosse sembrarono in grado di influire in modo decisivo sull'equilibrio politico italiano e di poter sovvertire l'ordine democratico della Repubblica.

L'organizzazione entrò in crisi nei primi anni ottanta per il suo irreversibile isolamento all'interno della società italiana e venne progressivamente distrutta grazie alla crescente capacità di contrasto da parte delle forze dell'ordine, e anche grazie alla promulgazione di una legge dello Stato italiano che concedeva cospicui sconti di pena ai membri che avessero rivelato l'identità di altri terroristi. Nel 1987 Renato Curcio e Mario Moretti firmarono un documento in cui dichiaravano conclusa l'esperienza delle BR.

Secondo l'inchiesta di Sergio Zavoli La notte della Repubblica, dal 1974 (anno dei primi omicidi ad esse attribuiti) al 1988 le Brigate Rosse hanno rivendicato 86 omicidi:[3] la maggior parte delle vittime era composta da agenti di polizia e carabinieri, magistrati e uomini politici. A questi vanno aggiunti i ferimenti, i sequestri di persona e le rapine compiute per «finanziare» l'organizzazione.

Renato Curcio ha calcolato che 911 persone sono state inquisite per avere fatto parte delle BR,[4] alle quali vanno aggiunte altre 200-300 persone facenti parte dei vari gruppi armati che dalle BR si staccarono (Partito Comunista Combattente, Unità Comuniste Combattenti, Partito Guerriglia, Colonna Walter Alasia).

La denominazione Brigate Rosse è ricomparsa, dopo anni di assenza, nel 1999, per rivendicare nuovi cruenti attentati nel periodo 1999-2003. In un comunicato emesso nel 2003 dalla Procura della Repubblica di Bologna l'organizzazione veniva considerata ancora attiva con nuovi componenti.[5]

  1. ^ L'altro principale gruppo terroristico di sinistra europeo fu la tedesca RAF (Rote Armee Fraktion). Altre due organizzazioni terroristiche europee, ma di natura indipendentista erano l'IRA irlandese e l'ETA basca.
  2. ^ Uwe Wesel, Con le bombe e le pistole 200 anni di terrorismo europeo di destra e di sinistra, dal basso e dall'alto Archiviato il 18 aprile 2015 in Internet Archive., mirumir, 17 giugno 2004.
  3. ^ a b Sergio Zavoli, La notte della Repubblica, Roma, Nuova Eri, 1992.
  4. ^ Renato Curcio, La mappa perduta, Roma, Sensibili Alle Foglie, 1994; citato da Giorgio Galli in Piombo Rosso. La storia completa della lotta armata dal 1970 a oggi, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2004.
  5. ^ Giovanni Bianconi, «Le Brigate Rosse sono attive in sette regioni», in Corriere della Sera, 23 marzo 2003. URL consultato il 29 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2012).

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search