Buy-back

Il buy-back (o riacquisto di azioni proprie) è l'operazione di acquisto di azioni proprie da parte di una società per azioni.

In base alla legislazione italiana, le azioni proprie in portafoglio non possono superare la quota limite del 20% del totale del capitale sociale (vd. articolo 2357 del codice civile). Secondo la disciplina contabile civilistica, l'importo nominale delle azioni proprie, iscritto al costo storico o al fair value, va imputato ad una specifica Riserva per azioni proprie; essa si trova in bilancio sotto la voce Patrimonio netto, nel Capitale Netto all'interno del Passivo (Passività + Capitale Netto).

A seguito della crisi del 2008, le operazioni di buy-back si sono diffuse anche per altri strumenti finanziari, come le obbligazioni, e a soggetti di diritto pubblico, in particolare con il riacquisto di titoli di debito sovrano da parte delle Banche Centrali.

In questi casi, il riacquisto è finalizzato a:

  • evitare che all'asta con gli investitori istituzionali restino invendute delle obbligazioni (e coprire le esigenze di liquidità degli Stati);
  • collocare i titoli con interessi più bassi: aumentando la domanda (ovvero, arrivando dallo stesso emittente, di ridurre l'offerta), perché scende il costo complessivo del debito pubblico, e si mantiene ripagabile anche nel lungo termine.

Il costo del riacquisto di azioni (in percentuale sull'aumento di equity consolidato) viene rapportato alla redditività del capitale proprio. Al 2015 questo tipo di operazioni non risultavano economicamente convenienti in Francia, dove il costo di acquisizione dei fondi propri oscillava fra il 10 e il 12% a fronte di una redditività media del capitale proprio pari al 65.[1]

  1. ^ Proposta di risoluzione del Parlamento europeo sul rafforzamento della regolamentazione bancaria, su europarl.europa.eu, 17 luglio 2015. URL consultato il 20 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2019).

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search