Campagna del Nordafrica

Campagna del Nordafrica
parte del teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale
Panzer III dell'Afrikakorps durante la campagna del deserto
Data10 giugno 1940 - 13 maggio 1943
LuogoAfrica Settentrionale
EsitoVittoria Alleata
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
variabili a seconda del periodo; 236.000 italiani in Libia all'inizio delle ostilità[1].variabili a seconda del periodo; 36.000 britannici in Egitto all'inizio delle ostilità[1].
Perdite
Italia:
13.748 morti[2]
8.821 dispersi[2]
250.000-340.000 prigionieri[3][4]

Germania:
18.594 morti[5]
oltre 3.400 dispersi[5]
180.000 prigionieri[5][6]

Francia di Vichy:
700 morti[7]
400 dispersi[7]
1.400 feriti[7]
Regno Unito e Commonwealth britannico:
circa 220.000 tra morti, dispersi e prigionieri[8], di cui 35.478 morti[2]

USA:
2.715 morti
6.500 dispersi e prigionieri[9]

Francia Libera e Africa francese:
circa 16.000 tra morti, dispersi e prigionieri[10]
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La campagna del Nordafrica, conosciuta anche come guerra nel deserto, fu combattuta in un teatro di guerra situato nel Nordafrica, in Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco, in cui si confrontarono italiani e tedeschi da una parte, e gli Alleati dall'altra, durante la seconda guerra mondiale tra il 1940 e il 1943.

Il Regio Esercito, in Libia comandato dal maresciallo Rodolfo Graziani, forte numericamente ma insufficientemente equipaggiato, diede inizio alla campagna nell'estate 1940 entrando in Egitto ma nel dicembre seguente le forze britanniche del generale Archibald Wavell, modernamente armate e molto mobili, passarono alla controffensiva, sbaragliarono l'esercito italiano e occuparono l'intera Cirenaica. Benito Mussolini fu costretto a chiedere aiuto ad Adolf Hitler che, nel marzo 1941 inviò in Nordafrica il cosiddetto Afrikakorps guidato dal generale Erwin Rommel. Da quel momento le Panzer-Division dell'Afrikakorps svolsero un ruolo decisivo nella campagna per le forze dell'Asse; nella primavera 1941 il generale Rommel passò all'attacco e riconquistò la Cirenaica tranne Tobruch; dopo altri successi, le forze italo-tedesche furono però sconfitte nell'inverno dello stesso anno dalla nuova offensiva britannica, operazione Crusader, e ripiegarono nuovamente fino al confine della Tripolitania.

Il generale Rommel, dopo aver rafforzato la sua armata italo-tedesca, riprese presto l'iniziativa, respinse nuovamente i britannici nel gennaio e nel maggio del 1942 combatté e vinse la grande battaglia di Ain el-Gazala; i britannici dovettero ripiegare in profondità in Egitto; Tobruk fu conquistata e gli italo-tedeschi arrivarono fino a El Alamein dove il fronte si stabilizzò nell'agosto 1942. La campagna del Nordafrica ebbe una svolta decisiva nell'autunno successivo; i britannici del generale Bernard Montgomery vinsero la seconda battaglia di El Alamein costringendo i resti delle forze italo-tedesche del generale Rommel a evacuare definitivamente tutta la Libia; Tripoli cadde il 23 gennaio 1943. Contemporaneamente un grande corpo di spedizione anglo-americano, al comando del generale Dwight Eisenhower, sbarcò in Marocco e Algeria a partire dall'8 novembre 1942, l'operazione Torch.

Dopo l'afflusso di altre truppe italo-tedesche in Tunisia che permise di fermare temporaneamente l'avanzata alleata da sud e da ovest, la situazione delle forze dell'Asse precipitò nella primavera 1943. Privi di adeguati rifornimenti e in schiacciante inferiorità numerica e materiale, le residue forze italo-tedesche, passate al comando dei generali Giovanni Messe e Hans-Jürgen von Arnim, si arresero entro il 13 maggio 1943, mettendo fine alla campagna del Nordafrica.

  1. ^ a b Bauer 1971, Vol. II, p. 274.
  2. ^ a b c Carell 2000, p. 598.
  3. ^ Colin F. Baxter, The War in North Africa, 1940–1943: A Selected Bibliography, 1996, p. 38: 500.000 prigionieri sono stati catturati in Nord Africa, Africa Orientale e Sicilia; siccome furono 150.000 i prigionieri di guerra italiani catturati durante l'invasione alleata della Sicilia e circa 100.000 quelli presi nella campagna dell'Africa Orientale Italiana, rimangono ~250.000 nel Nordafrica: 130.000 durante l'Operazione Compass e 120.000 successivamente.
  4. ^ Rochat 2005, p. 446:

    «Sono circa 400.000 i prigionieri fatti dagli inglesi in Etiopia e in Africa settentrionale, 125.000 presi dagli americani in Tunisia e in Sicilia, 40.000 lasciati ai francesi in Tunisia»

    Considerando che i prigionieri italiani in Africa orientale furono circa 100.000 e che i prigionieri fatti dagli americani furono presi soprattutto in Sicilia, si arriva alla cifra approssimativa di 340-350.000.
  5. ^ a b c Carell 2000, p. 597.
  6. ^ Playfair et al. 2004, The Mediterranean and Middle East, Volume IV: The Destruction of the Axis Forces in Africa. History of the Second World War United Kingdom Military Series. Uckfield, UK: Naval & Military Press, p. 460
  7. ^ a b c Bauer 1971, Vol. IV, p. 243.
  8. ^ Mollo 1982, p. 131.
  9. ^ Atkinson 2004, p. 618.
  10. ^ Cartier 1996, Vol. II, p. 136.

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