Campbell's Soup Cans

Campbell's Soup Cans
AutoreAndy Warhol
Data1962
Tecnicapolimero sintetico su tela[1]
Dimensioni51×41[2] cm
UbicazioneMuseum of Modern Art, New York

Campbell's Soup Cans,[3] anche conosciuta come 132 Campbell's Soup Cans,[4] è un'opera d'arte realizzata nel 1962 da Andy Warhol. Consiste in trentadue tele in polimero sintetico su tela, ciascuna grande 51 cm × 41 cm, raffiguranti tutte le varietà dei barattoli di zuppa Campbell allora in commercio.[3] I singoli dipinti sono stati prodotti con una tecnica di stampa serigrafica semi-meccanizzato. L'importanza della serie di tele nella cultura popolare contribuì a rendere la pop art fra i maggiori movimenti artistici negli Stati Uniti d'America.

Warhol, un illustratore commerciale divenuto autore, editore, pittore e regista di successo, mostrò il lavoro nella sua prima personale il 9 luglio 1962[5][6] nella Ferus Gallery di Los Angeles segnando il debutto della pop art nella West Coast americana.[7] Il processo semi-meccanizzato usato per la sua realizzazione, l'esecuzione non pittorica e il soggetto commerciale vennero inizialmente criticati in quanto il mercantilismo palesemente banale del lavoro rappresentava un affronto diretto alla tecnica e alla filosofia dell'espressionismo astratto, movimento all'epoca dominante negli Stati Uniti che non si limitava solo ai valori e all'estetica delle belle arti ma anche a un'inclinazione mistica. Nonostante questa controversia sui meriti e sull'etica dell'opera, essa divenne, secondo molti, fra le più rappresentative dell'artista. A causa della popolarità della serie di opere che scaturì da questo primo esemplare, la reputazione di Warhol crebbe al punto da renderlo l'artista pop più noto e costoso negli USA.[8][9]

  1. ^ (EN) Michael Fallon, How to Analyze the Works of Andy Warhol, ABDO, 2010, p. 102.
  2. ^ Dentro la zuppa Campbell: svelata la ricetta di Warhol, su repubblica.it. URL consultato il 2 marzo 2018.
  3. ^ a b (EN) Andy Warhol Campbell's Soup Cans 1962, su moma.org. URL consultato il 2 marzo 2018.
  4. ^ Frazier, pag. 708
  5. ^ Angell, pag. 38
  6. ^ Livingstone, pag. 32
  7. ^ Lippard, pag. 158
  8. ^ Stokstad, pag. 1130
  9. ^ Bourdon, pag. 307

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