Canale di Ravaldino

Il canale di Ravaldino è un antico canale artificiale di Forlì, costruito, secondo la tradizione nel 1050. Venne utilizzato in passato per alimentare i numerosi mulini oggi non più oggi esistenti o quantomeno non funzionanti il canale, a livello cittadino, è quasi completamente interrato mentre è completamente scoperto prima dell'ingresso e dopo l'uscita dalla città.

Oggi il canale scorre sotterraneo, ma, dal momento della sua costruzione fino alla metà del novecento, attraversava la città allo scoperto. Con interventi di adeguamento e messa in sicurezza, il canale, di larghezza media di 4-5 m e di 2-3 m di altezza, è percorribile per 1895 m sotto la città e ne permette suo attraversamento dall'estremità nordoccidentale del centro storico fino all'estremità opposta. Il suo dislivello fra l'ingresso alle mura di Ravaldino fino all'uscita alle mura del Pelacano, è di 12,48 m.

Il canale ha una lunghezza totale di circa 23 km e nasce nella frazione di San Lorenzo in Noceto e sbocca nel fiume Ronco nei pressi della frazione di Coccolia, nel comune di Ravenna. Il canale alimentava 8 mulini per cereali nonché il fossato della rocca. La presa del canale alla rocca è oggi scomparsa anche se, nel 1973, sono state rinvenute tracce di un condotto ottocentesco che attraversava piazzale Ravaldino collegandosi al fossato.

Il canale Ravaldino giunge in città, dopo aver costeggiato il viale dell'Appennino, proveniente dalla frazione di San Lorenzo in Noceto, dove, la chiusa di Calanco, prende l'acqua dal fiume Rabbi, in passato chiamato Acquaviva. Ancora oggi, a monte, per la precisione all'incrocio tra via Risorgimento e viale dell'Appennino, si trova, seppur modificato e ristrutturato, il quattrocentesco mulino del fico, mentre più a valle, all'altezza del ponte per via del partigiano, è rintracciabile la chiusa settecentesca di regolazione.


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