Centro di identificazione ed espulsione

I centri di identificazione ed espulsione (in sigla CIE; già noti come centri di permanenza temporanea), in Italia, erano strutture destinate al trattenimento degli stranieri sottoposti a provvedimenti di espulsione e o di respingimento, nel caso in cui il provvedimento non sia immediatamente eseguibile.

Essi sono stati istituiti in ottemperanza a quanto disposto dall'articolo 12 della legge Turco-Napolitano.[1]

Essi hanno la funzione di consentire accertamenti sull'identità di persone trattenute in vista di una possibile espulsione, ovvero di trattenere persone in attesa di un'espulsione certa, il loro senso politico si traccia in relazione all'apparato legislativo sull'immigrazione nella sua interezza.

Nel 2017, il sistema ha cambiato nome in Centri di permanenza per i rimpatri (CPR). Un successivo decreto-legge del 2020 (n.130, 21 ottobre) ha poi introdotto diverse disposizioni sul "trattenimento del cittadino straniero nei centri di permanenza per i rimpatri", tra cui un tetto massimo al trattenimento delle persone detenute (90 giorni, estendibili a 120), ed il trattenimento prioritario "nei confronti degli stranieri che siano considerati una minaccia per l'ordine e la sicurezza pubblica".[2]

  1. ^ 1. "Quando non è possibile eseguire con immediatezza l'espulsione mediante accompagnamento alla frontiera, ovvero il respingimento, perché occorre procedere al soccorso dello straniero, ad accertamenti supplementari in ordine alla sua identità o nazionalità, ovvero all'acquisizione di documenti per il viaggio, ovvero per l'indisponibilità di vettore o altro mezzo di trasporto idoneo, il questore dispone che lo straniero sia trattenuto per il tempo strettamente necessario presso il centro di permanenza temporanea e assistenza più vicino, tra quelli individuati o costituiti con decreto del ministro dell'Interno, di concerto con i ministri per la Solidarietà sociale e del Tesoro." (L. 40/1998 art. 12)
  2. ^ Camera dei deputati, ImmigrazioneCittadinanza e immigrazione, su Documentazione parlamentare, 19 settembre 2022. URL consultato il 20 novembre 2023.

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