Cilento

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Cilento
Località di Pruno, divisa tra i paesi di Laurino, Valle dell'Angelo, Piaggine, Rofrano e ubicata nel centro geografico del Cilento.
ContinenteEuropa
StatiBandiera dell'Italia Italia
Catena principaleAppennino Lucano
Cima più elevataMonte Cervati (1 899 m s.l.m.)

Il Cilento è un'area territoriale della provincia di Salerno, nella Campania meridionale. Si tratta di un massiccio montuoso dell'Appennino Lucano, che unitamente al Vallo di Diano e agli Alburni in epoca romana era parte della Lucania; a decorrere dal Medioevo e fino all'Unità d'Italia appartenne al Principato Citeriore, definito anche "Lucania occidentale"[1][2] ma facente capo a Salerno.

I confini dell'area geografica sono delimitati dalla piana del Sele a nord, i monti Alburni e il Vallo di Diano ad est e la Basilicata a sud, comprendendo un territorio perlopiù montuoso con vette fino a 1899 m (come il monte Cervati) oltre che una costiera di circa 130 km. Il Cilento a sua volta può venire diviso fra Alto Cilento e Basso Cilento, i quali sono rispettivamente posti a nord e a sud rispetto ai monti Cervati e Gelbison e al corso del fiume Alento[3].

In epoca antica il territorio cilentano era individuato tra i paesi ai piedi del Monte della Stella (1131 m); questa zona è indicata come "Cilento antico" ed è parzialmente compresa nel parco nazionale. Il nome Cilento, dal latino "cis-Alentum", ossia "al di qua del fiume Alento", compare già nel 994 d.C. e fu dato dai Longobardi ai Benedettini, che vi eressero chiese e monasteri, divenuti poi centri abitati[4].

Del Cilento si impadronì il principe longobardo Guaimario IV, spodestato poi dal normanno Roberto il Guiscardo nel 1076. Sorse così la baronia del Cilento che, al principio del XII secolo, passò alla famiglia dei Sanseverino (principi di Salerno), che tennero il Cilento fino al 1552[5]. Fu molto forte la presenza bizantina, che vennero a patti con i longobardi prima e i normanni poi per la fondazione di centri monastici italo-greci lungo tutto il territorio; ciò poiché il Cilento era posto al confine tra i regni longobardi e i domini bizantini[6].

La morfologia del territorio, caratterizzata quasi esclusivamente da montagne e passaggi impervi, lo resero teatro principale della guerra del vespro tra angioini e aragonesi nel XIII secolo, divenendone frontiera. Dal XV secolo in poi, fino al XVII, vi furono numerosi conflitti con i pirati ottomani. Divenne una regione munita di un numero piuttosto elevato di castelli, fortezze, torri e cinte murarie.[7]

A partire dalla fine del 1800 il toponimo attrasse l'area dell'ex baronia di Novi (Vallo della Lucania e confinanti) a est del fiume[8]. Per ragioni geografiche si è voluto estendere il Cilento a buona parte dell'area meridionale montana di Salerno fino ai confini con la Basilicata[3], ad esclusione del vallo di Diano e degli Alburni con i quali però compone il parco nazionale omonimo. La creazione del parco ha spesso esteso nel gergo comune la definizione di "Cilento" anche su ulteriori aree esterne al massiccio montuoso originario, includendo appunto la catena degli Alburni e il Vallo di Diano, oltre che il territorio più meridionale della piana del Sele per via della presenza di Paestum, anch'essa inclusa nell'area protetta e compresa nel comune di Capaccio (la cui sede è invece posta nell'area montana cilentana).

  1. ^ AA. VV., II Cilento ritrovato, Electa, Napoli, 1990, pag. 9.
  2. ^ Nella Costituzione politica del Regno delle Due Sicilie del 1848, all'art. 10, il Principato Citeriore era definito Lucania occidentale e la Basilicata invece Lucania orientale.
  3. ^ a b Atlante d'Italia, de agostini.
  4. ^ Mario Infante, Actus Cilenti.
  5. ^ Pietro Ebner, economia e società nel Cilento.
  6. ^ S. Borsari, monachesimo bizantino nell'Italia meridionale longobarda.
  7. ^ L. Santoro, castelli angioini e aragonesi.
  8. ^ Pietro Ebner, baroni e popoli del Cilento.

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