Clavicordo

Clavicordo
Clavicordo libero
Informazioni generali
OrigineEuropa occidentale
InvenzioneXII-XVI secolo
InventorePitagora
Classificazione314.122-4-8
Cordofoni a tastiera, a corde percosse
Uso
Musica medievale
Musica rinascimentale
Musica barocca
Musica galante e classica
Genealogia
 AntecedentiDiscendenti 
Ascolto
Preludio e ciaccona (J.C.F. Fischer) suonati sul clavicordo (info file)

Il clavicordo o clavicordio è uno strumento musicale a corde, dotato di tastiera. È stato uno dei protagonisti del panorama musicale europeo per più di quattrocento anni, ovvero dal XIV secolo al XVII secolo ed oltre[1].

Il caratteristico e peculiare suono è prodotto da un organismo meccanico, che nell’arco di molti secoli non ha visto sostanziali trasformazioni.[2]

La cassa dello strumento si presenta in forma generalmente rettangolare. La parte destra è occupata da una tavola armonica di dimensioni variabili. La parte restante è invece occupata dalla meccanica comprendente la tastiera e le leve dei tasti. Le corde sono stese più o meno parallelamente alla tastiera e sono applicate a sinistra lungo il fianco della cassa e a destra su caviglie conficcate sul somiere; le corde passano sopra un ponticello (o eventualmente più ponticelli) a sua volta posto opportunamente sopra la tavola armonica. Le corde sono generalmente organizzate in cori da due al fine di rendere il suono più corposo.

Le corde sono messe in vibrazione attraverso il movimento di lamelle metalliche dette ‘tangenti’ che si trovano serrate alla estremità di ciascuna leva del tasto. Quando il tasto viene abbassato attraverso dall’esecutore, la leva si alza facendo percuotere dalla tangente la corda sul punto corrispondente. Per questo fatto potremmo definire il clavicordo uno strumento a corde percosse diversamente dal clavicembalo dove le corde sono pizzicate.

La tangente (analogamente alla penna nel clavicembalo e al martello nel fortepiano) assolve alla prioritaria funzione di mettere in vibrazione la corda. Ma, a differenza della penna o del martelletto che ritornano automaticamente nella posizione di riposo dopo aver assolto alla loro funzione, la tangente rimane solidale alla corda per tutto il tempo in cui il tasto viene tenuto abbassato. Le immediate conseguenze di questo fatto sono almeno tre:

1. variando la pressione sul tasto è possibile variare l’intonazione della nota prodotta;

2. la velocità di percussione produce varietà di volume potendo così creare delle dinamiche

3. il punto di tangenza identifica anche la sezione di corda vibrante individuata tra il punto di tangenza stesso e il punto di attacco sul ponticello.

A differenza del clavicembalo dunque la lunghezza delle corde non è stabilita a priori dalla forma del ponticello ma è data dalla posizione della tangente rispetto alla corda.

  1. ^ Dart, cit., p. 64.
  2. ^ Home - CLAVICORDI.COM, su clavicordi.com, 27 aprile 2024. URL consultato il 2 giugno 2024.

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