Compromesso del 1790

Il Compromesso del 1790 fu un accordo tra il segretario al Tesoro, Alexander Hamilton, ed il segretario di Stato, Thomas Jefferson, con il deputato della Virginia James Madison. Con il compromesso Hamilton si assicurò l'approvazione all'Assumption Bill, con il quale il governo federale avrebbe rilevato e pagato i debiti dei singoli Stati della Confederazione, mentre Jefferson e Madison ottennero che la nuova capitale nazionale (Distretto di Columbia) venisse costruita nel Sud della Confederazione. Il compromesso risolse lo stallo in cui versava il Congresso sulle due questioni del debito e della nuova capitale federale. Infatti, i deputati degli Stati meridionali stavano bloccando l'accollo dei debiti statali da parte del Tesoro federale, indebolendo così il programma di Hamilton per la costruzione di un governo federale economicamente solido. Dall'altra parte i deputati degli Stati del Nord respingevano la proposta, molto voluta dai deputati della Virginia, di ubicare la capitale nazionale permanente al confine tra Virginia e Maryland.

L'incontro venne organizzato da Thomas Jefferson e solo lui, James Madison e Alexander Hamilton furono presenti. Ciò diede adito a diverse ipotesi su ciò che venne discusso durante l'incontro.

Il compromesso rese possibile l'approvazione del Residence Act e l'accollo federale dei debiti degli Stati nel luglio e nell'agosto 1790. Secondo lo storico Jacob Cooke, è "generalmente considerato uno degli accordi più importanti della storia degli Stati Uniti, classificandosi appena al di sotto dei più noti compromesso del Missouri e del compromesso del 1850 "[1].

  1. ^ Jacob E. Cooke, "The compromise of 1790." The William and Mary Quarterly: A Magazine of Early American History and Culture (1970): 524-545. in JSTOR

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