Conflitto russo-ucraino

Disambiguazione – Se stai cercando Guerra russo-ucraina dal 1918 al 1921, vedi Guerra sovietico-ucraina.
Guerra russo-ucraina
Data20 febbraio 2014[1] - in corso
(10 anni e 113 giorni)
LuogoUcraina
Casus belli
Modifiche territoriali
Schieramenti
Comandanti
Bandiera della Russia Vladimir Putin
Bandiera della RP di Doneck Denis Pušilin
Dmitrij Trapeznikov (agosto-settembre 2018)
Aleksandr Zacharčenko
(2014-2018)
Bandiera della RP di Lugansk Leonid Pasečnik
Igor' Plotnickij
(2014-2017)
Valerij Bolotov
(maggio-agosto 2014)
Bandiera dell'Ucraina Volodymyr Zelens'kyj
(dal 2019)
Petro Porošenko
(2014-2019)
Oleksandr Turčynov
(febbraio-giugno 2014)
Voci di guerre presenti su Wikipedia

Il conflitto russo-ucraino è uno scontro politico, diplomatico e militare[2] tra Russia e Ucraina iniziato de facto dal febbraio del 2014 con la rivoluzione di Maidan.[1] Dal febbraio 2022, dopo l'invasione russa dell'Ucraina, le truppe regolari di entrambi i paesi sono coinvolte in uno scontro diretto.

In seguito all'Euromaidan, sfociata nella rivoluzione ucraina del febbraio 2014 che portò alla fuga e alla destituzione del presidente ucraino Viktor Janukovyč (avvenuta il 22 febbraio 2014), in Crimea iniziarono ad avere luogo alcune proteste filorusse e, al contempo, gruppi di soldati russi senza insegne (i cosiddetti omini verdi) presero il controllo delle principali infrastrutture e dei centri amministrativi della regione. A questi avvenimenti seguì l'invio ufficiale delle forze armate russe in Crimea e il 16 marzo, dopo un referendum ritenuto non valido dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite con 100 voti favorevoli, 11 contrari e 58 astenuti,[3] la Russia annesse la penisola alla Federazione.

Ad aprile di quello stesso anno nelle maggiori città del Donbass scoppiarono delle violente proteste filorusse che sfociarono in una guerra tra il governo ucraino e le forze secessioniste, nel frattempo costituitesi nelle repubbliche popolari di Doneck e Lugansk, dichiaratesi indipendenti l'11 maggio in seguito a un referendum.[4]

Le ostilità tra le milizie secessioniste del Donbass e l'esercito ucraino proseguirono incessantemente, provocando anche l'abbattimento del volo Malaysia Airlines 17. Il 5 settembre 2014 i presidenti di Russia e Ucraina, con la presenza dei rappresentanti delle due repubbliche popolari, si incontrarono a Minsk e siglarono un protocollo per stabilire il cessate il fuoco, che fu però violato più volte da entrambe le parti. Per provare a fermare nuovamente le ostilità in Donbass, il 12 febbraio 2015, grazie alla mediazione di Francia e Germania, Ucraina e Russia siglarono un nuovo protocollo per stabilire la tregua. Anche questo secondo accordo venne violato numerose volte e nel 2018 si verificò un incidente nello stretto di Kerč' che coinvolse direttamente navi russe e ucraine.[5]

Tra l'ottobre e il novembre del 2021 la Russia diede inizio a una vasta mobilitazione delle sue forze armate sul confine ucraino, dispiegando ulteriori forze in Bielorussia, Transnistria e Crimea oltre alla flotta del Mar Nero. Il 21 febbraio 2022 la Russia riconobbe le repubbliche popolari del Donbass e tre giorni dopo diede inizio all'invasione dell'Ucraina.[6]

  1. ^ a b L'inizio delle operazioni delle truppe regolari in Crimea e delle truppe irregolari sia in Crimea che nell'est dell'Ucraina è riportato dalle fonti variabilmente tra il 20 febbraio e il 28 febbraio 2014. Le autorità ucraine indicano 20 febbraio 2014, riprendendo le iscrizioni della Medaglia per il ritorno della Crimea, un'onorificenza russa per celebrare l'evento: Roger N. McDermott, Brothers Disunited: Russia's use of military power in Ukraine, in Black e Johns (a cura di), The Return of the Cold War: Ukraine, the West and Russia, London, 2016, pp. 99–129, DOI:10.4324/9781315684567-5, ISBN 978-1-138-92409-3, OCLC 909325250.; 7683rd meeting of the United Nations Security Council. Thursday, 28 April 2016, 3 p.m. New York, su un.org.
    «Mr. Prystaiko (Ukraine): ... In that regard, I have to remind the Council that the official medal that was produced by the Russian Federation for the so-called return of Crimea has the dates on it, starting with 20 February, which is the day before that agreement was brought to the attention of the Security Council by the representative of the Russian Federation. Therefore, the Russian Federation started – not just planned, but started – the annexation of Crimea the day before we reached the first agreement and while President Yanukovych was still in power.»
  2. ^ (EN) Timothy Snyder, The Road to Unfreedom: Russia, Europe, America, New York, Tim Duggan Books, 2018, p. 197, ISBN 978-0-525-57447-7.
    «Almost everyone lost the Russo-Ukrainian war: Russia, Ukraine, the EU, the United States. The only winner was China.»
    ; (EN) Joshua P. Mulford, Non-State Actors in the Russo-Ukrainian War, in Connections, vol. 15, n. 2, 2016, pp. 89-107, DOI:10.11610/Connections.15.2.07, ISSN 1812-1098 (WC · ACNP), JSTOR 26326442.; (EN) Demian Shevko e Kristina Khrul, Why the Conflict Between Russia and Ukraine Is a Hybrid Aggression Against the West and Nothing Else, in Nazarii Gutsul e Kristina Khrul (a cura di), Multicultural Societies and their Threats: Real, Hybrid and Media Wars in Eastern and South-Eastern Europe, Zurigo, LIT Verlag Münster, 2017, p. 100, ISBN 978-3-643-90825-4.
  3. ^ (EN) Backing Ukraine’s territorial integrity, UN Assembly declares Crimea referendum invalid, su UN News, 27 marzo 2014. URL consultato il 18 settembre 2022.
  4. ^ (EN) Russian invasion and annexation of Crimea, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. URL consultato il 29 aprile 2022.
  5. ^ (EN) The Poroshenko administration, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. URL consultato il 29 aprile 2022.
  6. ^ (EN) The election of Volodymyr Zelensky and continued Russian aggression, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. URL consultato il 29 aprile 2022.

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search