Controcultura degli anni 1960

Oggettistica dei figli dei fiori.

La controcultura degli anni 1960 si riferisce a un fenomeno culturale anti-sistema nato e sviluppatosi inizialmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti d'America poi diffusosi in gran parte del mondo occidentale tra la prima metà degli anni 1960 fino alla prima metà degli anni 1970, con Londra, New York e San Francisco come focolai di attività contro la classe dirigente.

Il movimento così aggregatosi prese slancio proprio nel mentre che il movimento per i diritti civili degli afroamericani proseguiva nella sua fase di crescita; in breve tempo avrebbe acquisito una caratterizzazione rivoluzionaria in contrapposizione all'espansione dell'intervento militare (l'escalation) nella guerra del Vietnam da parte della presidenza di Lyndon B. Johnson[1][2][3].

Con il progredire del decennio si ebbero a sviluppare tensioni diffuse anche su altre questioni le quali tesero a scorrere lungo le linee generazionali, da quelle riguardanti la sessualità umana (la rivoluzione sessuale) ai diritti delle donne, dalla sfida aperta alle tradizionali modalità di autorità alla sperimentazione di sostanze stupefacenti, infine alle diverse interpretazioni del sogno americano. Molti dei movimenti-chiave relativi a questi problemi nacquero o accrebbero la loro forza nell'ambito della controcultura degli anni 1960[4].

Con il passare del tempo emersero nuove formulazioni culturali e una dinamica di subcultura celebrante la sperimentazione, le più moderne incarnazioni della bohème, oltre che di altri stili di vita alternativi. Un tale abbraccio di creatività risulterà essere particolarmente degno di nota nelle opere dei gruppi musicali della British invasion come The Beatles e di registi i cui lavori saranno molto meno limitati dalle maglie della censura preventiva. Oltre ai gruppi di maggior tendenza, molti altri artisti e creativi, autori e pensatori, sia all'interno che attraverso una gran varietà di discipline diversificate contribuirono sostanzialmente a definire il "movimento di controcultura".

Diversi fattori hanno contraddistinto la controcultura degli anni 1960 dai movimenti anti-autoritari delle epoche immediatamente precedenti. Il baby boom[5][6] esploso al termine della seconda guerra mondiale generò un numero senza precedenti di giovani potenzialmente insoddisfatti della propria situazione di "quieto benessere" e pertanto anche nella loro qualità di potenziali partecipanti a un ripensamento della direzione delle società (americana in particolare, occidentale più in generale)[7].

La crescita economica susseguente al dopoguerra permise a molti appartenenti alla generazione della controcultura di lanciarsi oltre l'attenzione ridotta alla fornitura delle più strette necessità materiali dell'esistenza, questione che aveva invece sommamente preoccupato i loro genitori vissuti nell'epoca della grande depressione[8]. Il periodo fu altresì degno di nota in quanto una parte significativa della serie di comportamenti e "cause" definite dal più ampio movimento per i diritti civili vennero rapidamente assimilati all'interno della società tradizionale; ciò in particolar modo negli USA, anche se i partecipanti attivi si contarono come una netta minoranza entro le rispettive popolazioni nazionali[9][10].

L'era della controcultura prese essenzialmente il via con l'assassinio di John Fitzgerald Kennedy avvenuto nel novembre del 1963 e terminò con la fine del coinvolgimento militare statunitense nel sud-est asiatico.

  1. ^
    (EN)

    «Members of a cultural protest that began in the U.S. in the 1960s and affected Europe before fading in the 1970s ... fundamentally a cultural rather than a political protest.»

    (IT)

    «Membri di una protesta culturale che iniziò negli USA negli anni 1960 e si diffuse in Europa prima di estinguersi lentamente negli anni 1970;...fondamentalmente una protesta culturale piuttosto che politica.»

  2. ^ (EN) Terry H. Anderson, The Movement and the Sixties, Oxford University Press, 1995, ISBN 978-0-19-510457-8.
  3. ^
    (EN)

    «Culture is the "social heritage" of society. It includes the complex set of learned and shared beliefs, customs, skills, habits, traditions, and knowledge common to the members of society. Within a culture, there may be subcultures made up of specific groups that are somewhat separate from the rest of society because of distinct traits, beliefs, or interests.»

    (IT)

    «Cultura è il "patrimonio sociale" della società. Esso comprende il complesso insieme di convinzioni apprese e condivise, costumi, capacità, abitudini, tradizioni e conoscenze comuni dei membri della società. All'interno della cultura possono esserci delle subcolture create da specifici gruppi che sono in qualche modo separati dal resto della società a motivo di tratti distinti, convinzioni o interessi.»

  4. ^ Counterculture (PDF), su saylor.
  5. ^ Birth Rate Chart (GIF), in CNN, CNN, 11 agosto 2011.
    «Annotated Chart of 20th Century US Birth Rates»
  6. ^ Baby Boom population - U.S. Census Bureau - USA and by state, su boomerslife.org. URL consultato il 9 giugno 2009.
  7. ^ Linda Churney, Student Protest in the 1960s, in Yale-New Haven Teachers Institute: Curriculum Unit 79.02.03, 1979. URL consultato il 18 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2016).
    «This unit focuses on student protest in the 60s (it.:Questa unità si focalizza sulla protesta studentesca degli anni '60)»
  8. ^ Frank Kidner, Maria Bucur, Ralph Mathisen, Sally McKee e Theodore Weeks, Making Europe: People, Politics, and Culture, Volume II: Since 1550, Cengage Learning, 27 dicembre 2007, pp. 831–, ISBN 0-618-00481-5.
  9. ^ Professor Joan Shelley Rubin e Professor Scott E. Casper, The Oxford Encyclopedia of American Cultural and Intellectual History, Oxford University Press, 14 marzo 2013, pp. 264–, ISBN 978-0-19-976435-8.
  10. ^ Roger Kimball, The Long March: How the Cultural Revolution of the 1960s Changed America, Encounter Books, 10 ottobre 2013, pp. 82–, ISBN 978-1-59403-393-3.

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