Convergenze parallele è un'espressione della lingua italiana, appartenente al lessico politico e al politichese. Con essa, in origine, si andò a indicare una traiettoria politica che avrebbe dovuto portare a un'intesa (il cosiddetto compromesso storico, da alcuni auspicato) tra forze democratiche tradizionalmente distanti: la sinistra italiana e il centro democristiano.[1]
Si tratta di un'espressione d'autore, storicamente attribuita ad Aldo Moro, che, verosimilmente, trae origine da un discorso pronunciato nell'ambito del congresso di Firenze della Democrazia Cristiana del 1959, vertente sulla politica delle alleanze. L'affermazione secondo cui "in tale direttrice diviene indispensabile progettare convergenze di lungo periodo con le sinistre, pur rifiutando il totalitarismo comunista" ha dato spunto al concetto delle convergenze parallele. La locuzione, in realtà, è il frutto di un'invenzione del 1960 di Eugenio Scalfari, allora giornalista de L'Espresso.[2][3]
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