Crisi dei videogiochi del 1983

Atari 2600, la console più diffusa all'epoca

La crisi (o crac) dei videogiochi del 1983, nota in Giappone anche come Atari shock (アタリショック; Atari shokku), indica l'improvviso crollo del mercato dei videogiochi per console avvenuto in Nordamerica tra la fine del 1983 e l'inizio del 1984. La saturazione di giochi per console di bassa qualità portò a un rapido crollo dei prezzi e al passaggio del fatturato complessivo annuo dai 3,2 miliardi di dollari del 1983 ai circa 100 milioni del 1985[1]. L'evento ha portato alla bancarotta di molte aziende produttrici di console e software in Nordamerica.

La crisi causò la fine di quella che è considerata la seconda generazione delle console. Questo fenomeno colpì gli Stati Uniti d'America e il Canada, dove al crollo seguì un vuoto di quasi tre anni, durante il quale il mercato subì un periodo di stagnazione, accompagnato da nessuno sviluppo significativo per le console. Tale periodo terminò con il successo del Nintendo Entertainment System (NES), introdotto da Nintendo nel mercato nordamericano nel 1985. In Europa e Giappone la crisi non fu avvertita, così come nella scena arcade o home computer.

All'evento viene spesso collegato un famoso episodio di sotterramento di milioni di cartucce invendute da parte della Atari in una discarica di Alamogordo (Nuovo Messico).

  1. ^ (EN) David Thomas, Kyle Orland e Scott Steinberg, The Videogame Style Guide and Reference Manual, Power Play Publishing, 2007, p. 80, ISBN 978-1-4303-1305-2.

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