Crisi venezuelana del 1902-1903

Crisi venezuelana del 1902-1903
parte delle Guerre della banana
Incisione di Willy Stöwer raffigurante il blocco navale
Data9 dicembre 1902 - 19 febbraio 1903
LuogoVenezuela
CausaRifiuto da parte del presidente del Venezuela Cipriano Castro di pagare il debito estero e i danni subiti da cittadini europei durante la recente guerra civile.
EsitoFine del blocco navale e ritiro della flotta europea a seguito del raggiungimento di un accordo per il pagamento dei debiti da parte del Venezuela.
Schieramenti
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La crisi venezuelana del 1902-1903 fu un blocco navale, durato dal dicembre 1902 al febbraio 1903, imposto da Regno Unito, Impero tedesco e Regno d'Italia nei confronti del Venezuela a seguito del rifiuto da parte del presidente venezuelano Cipriano Castro di pagare il debito estero e i danni subiti a cittadini europei durante la recente guerra civile venezuelana.

Castro pensava che, in virtù della dottrina Monroe, gli Stati Uniti avrebbero impedito eventuali azioni militari da parte di Stati europei, ma al momento gli Stati Uniti videro tale dottrina come riguardante solo un'eventuale occupazione territoriale, non un divieto di interventi militari. Con la promessa da parte degli Stati europei coinvolti che non ci sarebbe stata nessuna occupazione, il governo statunitense diede il via libera all'intervento. La flotta anglo-italo-tedesca impose il blocco navale, riuscendo facilmente a neutralizzare le navi della marina venezuelana, ma Castro rifiutò di cedere, preferendo presentare alcune delle richieste a un arbitrato internazionale, arbitrato che Castro aveva precedentemente rifiutato. La Germania contestò tale azione, in particolare sostenne che il Venezuela avrebbe dovuto accettare alcune delle richieste senza l'intervento dell'arbitrato.

Quando la stampa statunitense reagì negativamente ad alcuni incidenti, tra cui l'affondamento di due navi venezuelane e un bombardamento costiero, gli Stati Uniti misero sotto pressione le parti in causa affinché si accordassero e tennero in allerta le loro flotte più vicine alla zona del blocco. Col presidente Castro che si rifiutava di fare marcia indietro, la pressione degli Stati Uniti e la sempre più negativa reazione della stampa britannica e statunitense alla vicenda, le nazioni europee che avevano imposto il blocco accettarono un compromesso, mantenendo però il blocco navale durante i successivi negoziati. Il 13 febbraio 1903 si giunse alla firma di un accordo, che prevedeva il termine del blocco navale e obbligava il Venezuela a versare il 30% delle entrate dovute ai dazi doganali come risarcimento alle tre nazioni europee coinvolte.

Quando la Corte permanente di arbitrato si pronunciò assegnando un trattamento preferenziale alle tre nazioni autrici del blocco contro le rivendicazioni delle altre nazioni, gli Stati Uniti temettero che questa sentenza potesse incoraggiare futuri interventi europei. Questo episodio contribuì allo sviluppo del corollario Roosevelt alla dottrina Monroe, che affermava il diritto degli Stati Uniti a intervenire per stabilizzare gli affari economici dei paesi del Centroamerica e dei Caraibi nel caso che questi non fossero stati in grado di pagare i loro debiti internazionali, in modo da evitare ulteriori interventi europei. Nonostante che l'intervento degli Stati Uniti fosse limitato alla sola azione diplomatica, la difesa degli interesse statunitensi in centroamerica fa rientrare la crisi venezuelana all'interno della più vasta serie di conflitti noti come guerre della banana.


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