Culti neolitici in Abruzzo

Le ricerche condotte nella regione hanno messo in luce una grande varietà di manifestazioni riconducibili a pratiche rituali. I siti che hanno restituito tracce legate all'espletazione di culti si trovano sia in grotta che in abitato e riguardano il Neolitico antico, medio e recente. Allo stato attuale delle ricerche per il Neolitico antico i siti interessati sono Grotta Sant'Angelo, Grotta delle Marmitte di Ofena, Grotta dei Piccioni, Marcianese, Fonti Rossi a Lama dei Peligni, Santo Stefano di Ortucchio e Grotta Continenza. Per il Neolitico medio le evidenze materiali riguardano Grotta Sant'Angelo, Catignano, Villa Badessa, Grotta dei Piccioni; il Neolitico recente ha lasciato tracce a Grotta Sant'Angelo, Grotta delle Marmitte di Ofena, Grotta dei Piccioni, Grotta Maritza, Villaggio di Ripoli, Villa Badessa, Settefonti, Fossacesia, Paterno.

I dati finora raccolti permettono di ricostruire l'esistenza di tre principali forme di culto:

  1. Rituali di offerta e propiziatori: Sono connessi alla sfera agraria e collegati probabilmente anche al mondo dei morti vista la presenza in tali contesti di resti umani derivati da ipotetici sacrifici. Si tratta nella maggior parte dei casi di resti di bambini le cui morti sono da accostare probabilmente al significato che si dava alla rigenerazione periodica della vegetazione: la morte seguita dalla rinascita.
  2. Culti dedicati alle acque: L'acqua, intesa come fonte di ogni forma di vita, acquista un'importanza fondamentale soprattutto a partire dal Neolitico, quando agricoltura e allevamento diventano le principali forme di sostentamento. Essa probabilmente era adorata sia in quanto forza della natura che per le sue forme vivificanti, germinative, fecondanti e, in alcuni casi, medicamentose.
  3. Riti di fondazione: Sono connessi alla presenza di crani o deposizioni particolari all'interno di ambienti domestici.

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