Dialetti arabi

Distribuzione dei dialetti della lingua araba:

     1. ḥassānī (mauritano)

     2. marocchino

     3. sahariano

     4. algerino

     5. tunisino

     6. libico

     7. egiziano

     8. bedawī

     9. ṣaʿīdī

     10. ciadico

     11. sudanese

     12. ǧūbā

     13. naǧdī

     14. levantino

     15. mesopotamico settentrionale

     16. mesopotamico

     17. del Golfo

     18. baḥārna

     19. ḥeǧāzī

     20. šiḥḥī

     21. omanita

     22. ẓofārī

     23. sanʽānī

     24. taʿizzī-ʿadanī

     25. ḥaḍramī

     26. uzbeko

     27. tagico

     28. cipriota

     29. maltese

     30. nubiano

Della lingua araba esistono molte varietà che vengono chiamate solitamente dialetti, nell'accezione di "lingua vernacolare prevalente nell'uso informale presso ciascuna comunità". L'arabo è una lingua semitica, sottogruppo della famiglia afro-asiatica, che ha avuto origine nella penisola arabica. È classificato come macrolingua che comprende trenta varietà moderne, compresa la lingua standard (fuṣḥa).[1]

I dialetti arabi non sono sempre mutualmente comprensibili: alcune varietà del Nordafrica, ad esempio, sono incomprensibili per un levantino o un abitante del Golfo Persico. All'interno di queste vaste regioni esistono inoltre grandi differenze geografiche, sia all'interno di una stessa nazione, sia sulle zone di confine, fino anche all'interno di città e villaggi.

Bisogna però tenere distinte queste varietà colloquiali altamente divergenti, utilizzate per la comunicazione quotidiana, da quella formale standardizzata, che si trova invece nella maggior parte della lingua scritta e dei discorsi preparati. La varietà regionalmente prevalente è imparata dai parlanti come madrelingua, mentre quella formale è appresa solo in seguito a scuola. La lingua formale varia anch'essa fra la sua rappresentante moderna, l'arabo moderno standard (detto anche in acronimo AMS o, talvolta, all'inglese, MSA, da Modern Standard Arabic; in arabo فصحى fuṣḥā) e la sua base, l'arabo classico, ossia quello del Corano e della poesia preislamica, sebbene gli arabi non facciano solitamente questa distinzione. Ciò che distingue l'AMS dall'arabo classico è una grammatica leggermente semplificata e l'aggiornamento del lessico necessario al mondo moderno.

Le differenze più grandi fra l'arabo classico/standard da una parte e i dialetti dall'altra sono la perdita dei casi, un diverso ordine dei costituenti della frase, la perdita del sistema di modi verbali con conseguente evoluzione di un nuovo sistema, la perdita della diatesi passiva espressa per mezzo della flessione eccetto per un numero ristretto di varietà residuali, riduzione dell'uso del duale e perdita del plurale femminile nella coniugazione verbale. Molti dialetti arabi, in particolare quelli maghrebini, presentano significative rotazioni vocaliche e particolari agglomerati consonantici. Diversamente dagli altri gruppi dialettali, nel maghrebino la prima persona singolare dei verbi porta il prefisso n-.

Altre grandi differenze si riscontrano fra le parlate beduine e quelle sedentarie, fra quelle delle campagne e quelle urbane, fra gruppi etnici e religiosi, fra le classi sociali, fra uomini e donne, fra giovani e anziani. I confini fra queste differenze tuttavia si sovrappongono in una certa misura. Spesso, gli arabi adattano la propria lingua in vari modi a seconda del contesto e dell'intenzione — ad esempio, per parlare con persone provenienti da altri paesi, per dimostrare il proprio livello di istruzione o per ricorrere all'autorità della lingua formale.

  1. ^ www-01.sil.org, http://www-01.sil.org/iso639-3/documentation.asp?id=ara.

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