Dibattiti Lincoln-Douglas

I due contendenti: Lincoln difese gli Stati liberi, mentre Douglas si schierò con quelli schiavisti.

I dibattiti Lincoln-Douglas (noti collettivamente anche come The Great Debates del 1858) furono una serie di sette dibattiti pubblici pronunciati durante la campagna elettorale per il rinnovo del mandato per il Senato nello Stato federato dell'Illinois. Gli oratori furono Abraham Lincoln, il candidato del neonato Partito Repubblicano, e il senatore in carica Stephen A. Douglas, del Partito Democratico.

A quel tempo i senatori statunitensi venivano eletti direttamente dalle Assemblee legislative statali; i due politici stavano quindi cercando di far eleggere una maggioranza di propri sostenitori all'interno dell'Assemblea generale dell'Illinois. I dibattiti prevedevano già in nuce le maggiori questioni che Lincoln avrebbe in seguito dovuto affrontare all'indomani della sua vittoria alle elezioni presidenziali del 1860. Sebbene l'Illinois fosse uno stato libero dallo schiavismo, esso rimase il principale argomento di discussione nella totalità degli interventi.

Lincoln e Douglas avevano già tenuto discorsi in due dei nove distretti elettorali, prima a Springfield e poi a Chicago, ad una giornata l'uno dall'altro, quando i giornali proposero che invece dibattessero lo stesso giorno, con la formula: il primo oratore parla per 60 minuti, il secondo per 90, e il primo ha diritto a una replica di altri 30 minuti. I candidati si sarebbero alternati a parlare per primi. Lincoln e Douglas accettarono la proposta e decisero che le loro "apparizioni congiunte" si sarebbero svolte nei restanti sette distretti. In qualità di senatore in carica Douglas pronunciò per primo il proprio discorso in quattro incontri su sette.

Francobollo commemorativo per il centenario dei dibattiti emesso dalla Presidenza di Dwight Eisenhower.

I dibattiti quindi si svolsero a Ottawa il 21 agosto, a Freeport il 27 agosto, a Jonesboro il 15 settembre, a Charleston il 18 settembre, a Galesburg il 7 ottobre, a Quincy il 13 ottobre ed infine ad Alton il 15 ottobre.

Gli incontri di Freeport, Quincy ed Alton attirarono un numero particolarmente elevato di persone provenienti dagli Stati vicini, poiché la questione inerente alla schiavitù era divenuta oramai di importanza capitale per i cittadini dell'intera nazione[1][2]. Le coperture giornalistiche furono assai particolareggiate. I principali giornali di Chicago inviarono esperti di stenografia per poter ricreare i testi completi, che subito dopo i principali quotidiani nazionali ripubblicarono per intero, con alcune modifiche partigiane.

Stele commemorativa a Quincy (Illinois).

I giornali che sostenevano Douglas rimossero gli eventuali errori commessi dagli stenografi e corressero gli errori grammaticali, mentre lasciarono i discorsi di Lincoln nella forma approssimativa in cui erano stati trascritti. Allo stesso modo i giornali a favore di Lincoln ne modificarono alcune parti, lasciando invece i testi di Douglas completi di errori.

Dopo essere riuscito ad ottenere una maggioranza relativa di suffragi popolari ma aver perduto nella conta dei voti legislativi, Lincoln curò personalmente tutti i testi e li fece pubblicare in volume[3]. La diffusa copertura dei dibattiti originali e la successiva popolarità del libro portarono alla sua nomina quale candidato presidente degli Stati Uniti alla Convention nazionale Repubblicana tenutasi a Chicago in previsione delle elezioni presidenziali del 1860.

Illustrazione di uno dei dibattiti.
Particolare della statua di Lincoln a Freeport (Illinois).
  1. ^ Nevins, Fruits of Manifest Destiny, 1847–1852, page 163 — "As the fifties wore on, an exhaustive, exacerbating and essentially futile conflict over slavery raged to the exclusion of nearly all other topics."
  2. ^ Abraham Lincoln, Speech at New Haven, Conn., March 6, 1860 — "This question of Slavery was more important than any other; indeed, so much more important has it become that no other national question can even get a hearing just at present."
  3. ^ Collected Works of Abraham Lincoln. Volume 3.

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