Dieci giornate di Brescia

Dieci Giornate di Brescia
parte del Risorgimento
Data23 marzo - 1º aprile 1849
LuogoBrescia
Esitovittoria austriaca
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
650 uomini della guarnigione, 6.500 soldati austriaci di soccorso[senza fonte]Tutta la cittadinanza, 700 circa i confermati il 31 marzo
Perdite
1 generale

1 tenente colonnello

2 colonnelli

32 ufficiali

1477 soldati
300 morti, 1000 feriti[senza fonte]
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Le Dieci giornate di Brescia furono un movimento di rivolta della cittadinanza bresciana contro l'oppressione austriaca, che ebbe luogo dal 23 marzo (il giorno della sconfitta piemontese a Novara) al 1º aprile 1849. La fierezza dimostrata dagli insorti nei combattimenti valse alla città di Brescia la medaglia d'oro come "benemerita del Risorgimento nazionale" nel 1899, oltre che il celebre appellativo di "Leonessa d'Italia", coniato primariamente da Aleardo Aleardi nei suoi Canti patrii del 1857:

«D'un de' tuoi monti fertili di spade,
Niobe guerriera de le mie contrade,
Leonessa d'Italia,
Brescia grande e infelice.»

La fortuna dell'espressione è tuttavia dovuta a Giosuè Carducci, che nel 1877 nelle sue Odi barbare, così descrive la fierezza della città:

«Lieta del fato Brescia raccolsemi,
Brescia la forte, Brescia la ferrea,
Brescia leonessa d'Italia
beverata nel sangue nemico.»

A seguito dell'orgoglio e della caparbietà mostrata dal popolo bresciano, il generale Haynau arrivò a dire:[1]

«Avessi avuto io tremila di questi inferociti ed indemoniati bresciani, Parigi sarebbe stata mia in breve tempo»

  1. ^ Carlos Mac Adden, La Brescia Leonessa dei poeti, su MadeinBrescia, 10 maggio 2020. URL consultato il 10 giugno 2020.

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