Dimercaprolo | |
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Nome IUPAC | |
2,3-disulfanilpropan-1-olo | |
Nomi alternativi | |
2,3-dimercapto-1-propanolo, British anti-Lewisite, DMP, ditioglicerolo | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C3H8S2O |
Massa molecolare (u) | 124,225 |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 200-433-7 |
Codice ATC | V03 |
PubChem | 3080 |
DrugBank | DBDB06782 |
SMILES | C(C(CS)S)O |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
Frasi H | 301 - 315 - 319 - 335 [1] |
Consigli P | 261 - 301+310 - 305+351+338 |
Il dimercaprolo (o ditioglicerina) è un agente chelante dei metalli,[2] originariamente sintetizzato come antidoto della lewisite, un veleno chimico a uso bellico, ormai obsoleto, contenente arsenico.[3] È un alcol ed un ditiolo, ed è un composto irritante che si presenta come un liquido giallastro dall'odore caratteristico. Il composto è stato sintetizzato dai chimici che lavoravano presso la Oxford University nel corso della seconda guerra mondiale.[4][5][6] Al giorno d'oggi la molecola è utilizzata in ambito medico per il trattamento dell'avvelenamento da arsenico, mercurio, oro, piombo, antimonio, e di altri metalli tossici.[7] In passato è stato utilizzato per il trattamento della malattia di Wilson, una malattia genetica caratterizzata dalla tendenza dell'organismo a trattenere rame.[8][9][10]
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