Discesa di Carlo VIII in Italia

Discesa di Carlo VIII in Italia
parte delle Guerre d'Italia
La Battaglia del Taro, Tintoretto, 1579.
Data1494 - 1495
LuogoItalia
Casus belliRivalità tra Beatrice d'Este e Isabella d'Aragona per il controllo del Ducato di Milano.
EsitoCacciata dei Medici da Firenze; presa di potere di Ludovico Sforza; ritirata di Carlo VIII.
Modifiche territorialiRitorno allo status quo
Schieramenti
Comandanti
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La cosiddetta discesa di Carlo VIII in Italia (1494-1495), a cui talvolta ci si riferisce con l'espressione "guerra del gesso", fu la fase di apertura delle guerre d'Italia del XVI secolo.

Una prima fase (settembre 1494 - febbraio 1495) vide Carlo VIII di Francia, alleato del Ducato di Milano, percorrere senza troppe difficoltà l'intera Penisola italiana fino alla conquista del Regno di Napoli, con la conseguente fuga degli Aragona a Messina.

Una seconda fase (marzo-ottobre 1495) ebbe inizio con la formazione della Lega Santa: la preoccupazione che l'Italia fosse trasformata in una provincia francese, nonché l’inusitata violenza e le stragi perpetrate dai transalpini e dai mercenari svizzeri al loro soldo, favorì un'alleanza tra i maggiori stati italiani dell'epoca, ossia la Repubblica di Venezia, lo Stato Pontificio, il Regno di Napoli e il Ducato di Milano, staccatosi dall'alleanza francese, mentre nella Repubblica di Firenze si instaurava un controverso regime teocratico.

Mentre Carlo VIII risaliva frettolosamente la Penisola, un nuovo fronte di guerra fu aperto, a Novara, dal cugino Luigi d'Orleans, con lo slittamento degli obiettivi dalla conquista di Napoli alla conquista di Milano. Evento risolutivo del conflitto fu la battaglia di Fornovo, che vide la vittoria dell'esercito della Lega, con la susseguente stipula della Pace di Vercelli e la momentanea deposizione delle ostilità.

Questa guerra segnò un cambiamento epocale: non solo il declino delle piccole realtà italiane che, fino ad allora indipendenti, nel giro di pochi decenni si trovarono soggette alle grandi potenze europee, Francia o Spagna, ma anche il tramonto della concezione di guerra all'italiana (senza stragi e cavalleresca, che valorizzava il valore individuale), soppiantata dal predominio delle armi da fuoco.[1] "Tutta la violenza del trauma" è espressa nell'ottava conclusiva dell'Orlando Innamorato di Mattea Maria Boiardo,[2] bruscamente interrotto proprio a causa della guerra, ma anche in una famosa ottava di Ludovico Ariosto:[1]

«Troppo fallò chi le spelonche aperse,
che già molt’anni erano state chiuse;
onde il fetore e l’ingordigia emerse,
ch’ad ammorbare Italia si diffuse.
Il bel vivere allora si summerse;
e la quïete in tal modo s’escluse,
ch’in guerre, in povertà sempre e in affanni
è dopo stata, et è per star molt’anni.»

Gli eventi di questa guerra, e specialmente la conflittualità tra Aragona di Napoli e Sforza di Milano, ispirarono poi il dramma di Shakespeare La Tempesta.[3]

  1. ^ a b Centro di studi Matteo Maria Boiardo, Studi boiardeschi 4, Il principe e la storia. Atti del convengo, Scandiano 18-20 settembre 2003, a cura di Tina Matarrese e Cristina Montagnani, Interlinea edizioni, pp. 224-226 e 234.
  2. ^ Leggere l'Orlando furioso, Sergio Zatti, il Mulino, 2016, pp. 21-22.
  3. ^ La tempesta, William Shakespeare, 2011, Newton Compton Editori, Nota al testo: La storia e le fonti; La tempesta, William Shakespeare, 2014, E-text, Nota introduttiva.

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