Divinazione

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Un indovino Mambila in Camerun interpreta il modo in cui alcuni granchi di acqua dolce hanno modificato la disposizione di alcuni oggetti; in lingua mambila questa arte mantica è chiamata nggàm.

La divinazione è la presunta capacità di ottenere informazioni, ritenute inaccessibili, da fonti soprannaturali; tale pratica si esprime spesso attraverso un rituale, solitamente in un contesto religioso, e può basarsi sull'interpretazione di segni, eventi, simboli o presagi oppure manifestarsi attraverso una rivelazione. Ci sono sia pratiche di predizione del futuro di una persona, più quotidiane e a titolo individuale, sia pratiche con caratteristiche formali e sociali.

Un sinonimo di divinazione è mantica, che però si riferisce perlopiù alle pratiche con le quali si giunge alla divinazione[1]; inoltre nonostante in origine mantica (dal greco antico: μαντεία?, manteía, "oracolo, divinazione") sia collegata alla religione e al soprannaturale[2], la moderna teoria occultistica delle mantiche non implica necessariamente che siano coinvolte entità divine.

Chi pratica la divinazione è chiamato generalmente indovino o vate, ma va tenuto presente che ogni arte divinatoria ha il suo termine particolare per indicare la persona che interpreta i segni o riceve la rivelazione. Chi si rivolge a un indovino generalmente è chiamato consultante, specialmente quando lo fa a scopo personale. Il nome maschile comprende sempre il nome femminile[3].

Come fenomeno culturale, la divinazione è stata osservata dagli antropologi in molte religioni e culture, in tutte le epoche fino ai giorni nostri. Ogni cultura e religione ha sviluppato i propri metodi di divinazione. Il Cristianesimo e l'Islam le escludono totalmente. L'Induismo ammette diverse forme di divinazione, che sono codificate nei Vedānta.

Lo scientismo distingue le predizioni divinatorie dalle previsioni scientifiche per via dell'assenza di un legame o una causalità dimostrabile tra il segno interpretato e il risultato previsto. Per questo motivo la divinazione, in varie epoche e culture, è stata talvolta considerata una forma di superstizione e oggi la comunità scientifica la annovera tra le pseudoscienze. Al contrario, i sostenitori delle tradizioni magico-religiose ritengono che il legame tra il segno che preconizza un evento e la manifestazione dell'evento stesso sia di natura mistico (intuitivo-religioso). Su un altro versante, i sostenitori della parapsicologia si affidano all'idea che la divinazione sia resa possibile grazie a particolari capacità del cervello umano; capacità che sono considerate assolutamente slegate dalle facoltà razionali e non necessariamente connesse alla dimensione mistica.


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