Domus de janas

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Domu de janas della Necropoli di Monte Siseri, Putifigari

Le domus de janas sono tombe preistoriche scavate nella roccia tipiche della Sardegna prenuragica.

Si trovano sia isolate, che in grandi raggruppamenti formati anche da più di 40 tombe. A partire dal Neolitico recente fino all'età del bronzo antico (4400–2000 a.C.) queste strutture contraddistinguevano tutte le zone dell'isola, ad eccezione della Gallura.

Ne sono state scoperte più di 2.400, circa una ogni 10 chilometri quadrati in media, e si ipotizza che molte rimangano ancora da trovare. Sono spesso collegate tra loro a formare dei veri e propri cimiteri sotterranei, con in comune un corridoio d'accesso (dromos) ed un ingresso a volte molto spazioso e con un soffitto alto.

In italiano il termine sardo domus de janas (variante meridionale) è stato tradotto in «case delle fate», essendo le janas delle figure mitologiche tipiche del folclore regionale, simili a creature femminili dai poteri magici.[1]

Le domus de janas in altre zone dell'isola sono conosciute anche con il nome di forrus, forreddus, concheddas, grutas.[2]

  1. ^ Claudia Melis, Le Janas di Lugori, La Riflessione, 2007.
  2. ^ Scrive Grazia Deledda nel romanzo Canne al vento (capitolo I): "[...] e i nani e le janas, piccole fate che durante la giornata stanno nelle loro case di roccia a tesser stoffe d'oro in telai d'oro, ballavano all'ombra delle grandi macchie di fillirea [...]".

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