Donne nell'antica Grecia

Una donna greca impegnata a filare. Particolare di un Oinochoe attico a sfondo bianco (pittore Brygos), circa 490 aC. Conservato al British Museum.

La condizione e lo status sociale della donna nell'antica Grecia è improntata a un forte patriarcato e in qualche caso si è parlato di misoginia. Tuttavia, questa condizione è variabile da polis a polis. Esistono dei casi documentati riguardanti donne che a Delfi, Gortina, Megara e Sparta avevano la facoltà di possedere anche vasti appezzamenti terrieri, il che costituiva la più prestigiosa forma di proprietà privata dell'epoca[1].

Nei poemi omerici il mondo greco viene generalmente descritto come una società improntata ad un forte patriarcato; mentre durante lo sviluppo delle poleis nel corso dell'VIII secolo, vennero istituiti i due grandi gruppi sociali appartenenti alla realtà cittadina, sulla base di criteri preminenti d'esclusione: ossia gli uomini nati liberi da una parte, gli stranieri (meteci) e gli schiavi dall'altra, ma tra gli esclusi vi erano anche le donne. Una delle definizioni date a questo modo di vedere è quello di un "club estremamente maschilista"[2].

Aristotele, nella sua Politica (III, 1) definisce la cittadinanza come la capacità di partecipare al potere politico; le donne, alla stessa maniera degli stranieri e degli schiavi, rimasero sempre lontanissime dalla possibilità di accedere ad una qualsiasi voglia forma di potere politico: non ebbero mai, pertanto, l'occasione di diventare dei veri e propri cittadini.

Tranne rarissime eccezioni, si è dovuto attendere fino al periodo ellenistico per vedere grandi figure femminili emergere nel mondo greco (al di fuori di quelle appartenenti per diritto alla mitologia greca), ad esempio regine come Berenice II, Arsinoe II e Cleopatra VII.

  1. ^ Ute Gerhard, Debating women’s equality: toward a feminist theory of law from a European perspective, Rutgers University Press, 2001, p. 33, ISBN 978-0-8135-2905-9.
  2. ^ Pierre Vidal-Naquet, « Esclave et gynécocratie dans la tradition, le mythe, l'utopie », dans Le Chasseur noir, éditions de la Découverte, 2005 (1re édition 1981), pag.269

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