Eptazina | |
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Nome IUPAC | |
1,3,4,6,7,9,9b-Eptaazafenalene | |
Nomi alternativi | |
Tri-s-triazina, 1,3,4,6,7,9-Exaazaciclo[3.3.3]azina | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C6H3N7 |
Massa molecolare (u) | 173,14 |
Aspetto | solido giallo |
Numero CAS | |
PubChem | 136027 |
SMILES | C1=NC2=NC=NC3=NC=NC(=N1)N23 |
Proprietà chimico-fisiche | |
Solubilità in acqua | insolubile |
Temperatura di fusione | >300 °C (573 K) |
Indicazioni di sicurezza | |
La eptazina o tri-s-triazina è un composto organico con formula C6N7H3, costituito dalla fusione di tre unità s-triazina. In condizioni normali è un solido giallo, debolmente fluorescente, solubile in solventi organici ma decomposto dall'acqua in presenza di luce.[1][2][3]
Il nome eptazina è utilizzato anche per i suoi derivati, dove i tre idrogeni sono stati sostituiti da altri gruppi funzionali. Oligomeri e polimeri dell'eptazina sono stati scoperti già nel 19º secolo, ma il loro studio è stato a lungo ostacolato dalla loro generale insolubilità. Questi composti sono usati come ritardanti di fiamma. I derivati dell'eptazina sono diventati oggetto di interesse per potenziali applicazioni in materiali per ottica non lineare, esplosivi, e per la costruzione di metal organic frameworks.[4][5]
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Hos82
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Wil04
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