Esperanto

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Esperanto
Esperanto
Creato daL. L. Zamenhof nel 1887
Parlato inEsperantujo (120 paesi)
Locutori
TotaleStimato:
  • 2 000 000[1]
  • 2 000 000 - 3 000 000[2]
  • 500 000 - 2 000 000[3]
    (soprattutto come seconda lingua)
ClassificaNon tra le prime 100
Altre informazioni
TipoSVO (ordine non obbligatorio), lingua agglutinante
Tassonomia
FilogenesiLingue pianificate
 Lingue ausiliarie (LAI)
  Lingue a posteriori
   Lingue schematiche
    Esperanto
Statuto ufficiale
Ufficiale inProposta per il Moresnet ed è stata usata come lingua dall'Isola delle Rose
Codici di classificazione
ISO 639-1eo
ISO 639-2epo
ISO 639-3epo (EN)
Linguist Listepo (EN)
Glottologespe1235 (EN)
Linguasphere51-AAB-da
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Ĉiuj homoj estas denaske liberaj kaj egalaj laŭ digno kaj rajtoj. Ili posedas racion kaj konsciencon, kaj devus konduti unu al alia en spirito de frateco.
Nomi · Aggettivi · Avverbi · Verbi · Plurale · Accusativo
bandiera dell'esperanto
La bandiera dell'esperanto

L'esperanto è una lingua pianificata[4], sviluppata tra il 1872 e il 1887 da Ludwik Lejzer Zamenhof. È la più conosciuta e utilizzata tra le lingue ausiliarie internazionali (LAI)[5]. Presentata nel Primo Libro (Unua libro - Varsavia, 1887) come Lingvo Internacia ("lingua internazionale")[6], prese in seguito il nome esperanto ("colui che spera", "sperante") dallo pseudonimo di "Doktoro Esperanto", utilizzato dal suo inventore.

Scopo della lingua è di far dialogare i diversi popoli cercando di creare tra di essi comprensione e pace con una seconda lingua semplice, ma espressiva, appartenente all'umanità e non a un popolo. Un effetto di ciò sarebbe quello di proteggere gli idiomi "minori", altrimenti condannati all'estinzione dalla forza delle lingue delle nazioni più forti. Per questo motivo l'esperanto è stato ed è spesso protagonista di dibattiti riguardanti la democrazia linguistica.

Le regole della grammatica dell'esperanto sono state scelte da quelle di varie lingue studiate da Zamenhof, affinché fossero semplici da imparare e nel contempo potessero dare a questa lingua la stessa espressività di una lingua etnica; esse non prevedono eccezioni. Anche i vocaboli derivano da idiomi preesistenti, alcuni (specie quelli introdotti di recente) da lingue non indoeuropee come il giapponese, ma in gran parte da latino, lingue romanze (in particolare italiano e francese), lingue germaniche (tedesco e inglese) e lingue slave (russo e polacco).

Vari studi hanno dimostrato che si tratta di una lingua semplice da imparare anche da autodidatti e in età adulta, per via delle forme regolari[7], mentre altri dimostrano come dei ragazzi che hanno studiato l'esperanto apprendano più facilmente un'altra lingua straniera. Lo studio di due anni di esperanto nelle scuole come propedeutico a una lingua straniera viene detto "metodo Paderborn" perché la sua efficacia è stata dimostrata nell'università tedesca di Paderborn[8][9].

L'espressività dell'esperanto, simile a quella delle lingue naturali, è dimostrata dalla traduzione di opere di notevole spessore letterario[10]. La cultura originale esperantista ha prodotto e produce in tutte le arti: dalla poesia alla prosa fino al teatro e alla musica. La logica con cui è stata creata minimizza l'ambiguità, per cui si presta a essere usata in informatica, nel ramo della linguistica computazionale, per il riconoscimento automatico del linguaggio[11].

La tradizione dell'esperanto in Polonia e in Croazia è stata dichiarata patrimonio culturale immateriale[12][13].

Ci sono proposte per usare l'esperanto come lingua franca per i lavori nel Parlamento europeo, principalmente per motivi economici o per evitare che si vada verso una o più lingue nazionali[14][15]. Tuttavia finora l'Unione europea giustifica l'attuale politica multilinguista che prevede l'uso di 24 lingue ufficiali, per motivi di trasparenza[16][17], non senza critiche da parte di chi sospetta che tale politica stia in realtà portando verso il solo inglese o, al più, al trilinguismo[18][19].

  1. ^ (IT) Emanuele Cerreti, In due milioni parlano esperanto la lingua del paese che non c'è - Repubblica.it, su repubblica.it, La Repubblica, 15 dicembre 2009. URL consultato il 16 dicembre 2009.
  2. ^ (EN) David Powell, Appeal to find Esperanto speakers, su dailypost.co.uk, Daily Post, 13 luglio 2011. URL consultato il 14 luglio 2011.
  3. ^ (EN) Why does anyone learn Esperanto?, su news.bbc.co.uk, 16 luglio 2008. URL consultato il 29 settembre 2011.
  4. ^ Esperanto, su treccani.it. URL consultato il 6 novembre 2023.
  5. ^ Michael Byram, Routledge Encyclopedia of Language Teaching and Learning.
    «L'esperanto è l'unica lingua artificiale ad aver conseguito un uso relativamente ampio; si stima tra cinque e quindici milioni il numero di persone ad averlo studiato, anche se coloro che ne fanno un uso regolare probabilmente non superano l'uno per cento di tale numero.»
  6. ^ Irene Galigaris (2016), Una lingua per tutti, una lingua di nessun paese (una ricerca sul campo sulle identità esperantiste) - prefazione di Federico Gobbo, p.85, 106, Aracne Editrice, ISBN 978-88-548-8864-7
  7. ^ È quanto viene confermato da numerosi studi scientifici, tra i quali si cita " Claude Piron, Comunicazione linguistica: studio comparativo sul campo, su claudepiron.free.fr. URL consultato il 15 maggio 2008." riportante uno studio del linguista e psicologo belga C. Piron
  8. ^ Helen S. EATON, An experiment in Language Learning, High Points in the work of the High School of New York City, Oct. 1934 and May 1935, annual report 1934-1935, p. 27-30
  9. ^ BOLLETTINO UFFICIALE. MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE ANNO 122°, ROMA, 25 MAGGIO - 1° GIUGNO 1995, N. 21-22. Contiene vari studi ed esperimenti
  10. ^ 12 risposte a chi vuole saperne di più sull'esperanto, su it.lernu.net. URL consultato il 22 luglio 08 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2008).
  11. ^ Antonio Toral, Sergio Ferrández, Andrés Montoyo, EAGLES compliant tagset for the morphosyntactic tagging of Esperanto, settembre 2005 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2008).
  12. ^ L'esperanto patrimonio della cultura polacca, su Disvastigo, 24 novembre 2014. URL consultato il 16 maggio 2022.
  13. ^ Repubblica di Croazia, Ministero della Cultura, Decisione scritta in data 11 febbraio 2019, versione ufficiale in croato Archiviato il 3 marzo 2019 in Internet Archive. e traduzione in esperanto Archiviato il 13 maggio 2019 in Internet Archive.. Classe: UP lI-612-081 1 8-06/0150. Reg.: 532-04-0 1 -03-02 12-19 -2.
  14. ^ Corriere del Web.it, su comunicatostampa.blogspot.com.. Ad esempio, la parlamentare europea slovena Ljudmila Novak ha presentato una proposta alla Commissione per la Cultura dell'europarlamento il 21 gennaio 2009
  15. ^ Il sito del Comitato Nazionale di Difesa delle Lingue e delle Culture (accesso=20 maggio 2008). Il sito ormai abbandonato conteneva molti documenti ufficiali di politica nazionale ed europea riguardo al problema linguistico
  16. ^ Portale Lingue di Europa, su europa.eu. URL consultato il 12 dicembre 2009.
  17. ^ Renato Corsetti, "Occitano, italiano ed esperanto: stessa lotta!", su allarmelingua.it (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2011).
  18. ^ L'italiano escluso dall'Europa «L'oligarchia di inglese, francese, tedesco discrimina la nostra lingua», su archiviostorico.corriere.it (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2010).
  19. ^ Italia ricorre contro 'trilinguismo' concorsi funzionari, su apcom.net (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2010).

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