Espulsione dei tedeschi dopo la seconda guerra mondiale

Dalla fine della seconda guerra mondiale, nell'immediato dopoguerra, la maggior parte delle popolazioni tedesche fuggirono o furono espulse dai territori occupati dalle forze alleate in Europa; in molte regioni regnava un forte risentimento antitedesco, soprattutto nelle regioni che erano state occupate militarmente dalle forze naziste durante la guerra.

I territori in cui la popolazione tedesca fu maggiormente maltrattata e dai quali fu costretta ad emigrare furono:

La maggior parte delle espulsioni si verificarono nei territori dell'ex Germania orientale trasferita alla Polonia e all'Unione Sovietica (circa 7 milioni di profughi)[2] e dalla Cecoslovacchia (circa 3 milioni di profughi)[1][2]. Gli espulsi poi furono trasferiti nelle zone di occupazione alleata in Germania e Austria.

  1. ^ a b c d e David E. Kaiser, Politics and war: European conflict from Philip II to Hitler, 2ª ed., Harvard University Press, 2000, p. 409, ISBN 0-674-00272-5.
  2. ^ a b Karl Cordell e Stefan Wolff, Germany's foreign policy towards Poland and the Czech Republic: Ostpolitik revisited, Routledge, 2005, p. 32, ISBN 0-415-36974-6.

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