Dalla fine della seconda guerra mondiale, nell'immediato dopoguerra, la maggior parte delle popolazioni tedesche fuggirono o furono espulse dai territori occupati dalle forze alleate in Europa; in molte regioni regnava un forte risentimento antitedesco, soprattutto nelle regioni che erano state occupate militarmente dalle forze naziste durante la guerra.
I territori in cui la popolazione tedesca fu maggiormente maltrattata e dai quali fu costretta ad emigrare furono:
La maggior parte delle espulsioni si verificarono nei territori dell'ex Germania orientale trasferita alla Polonia e all'Unione Sovietica (circa 7 milioni di profughi)[2] e dalla Cecoslovacchia (circa 3 milioni di profughi)[1][2]. Gli espulsi poi furono trasferiti nelle zone di occupazione alleata in Germania e Austria.
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