Flessione (linguistica)

La flessione del nome gato in spagnolo o in portoghese. Si noti il procedimento nella formazione del femminile e del plurale; il femminile si forma cambiando la desinenza come in italiano (da -o si passa infatti ad -a); il plurale si ottiene semplicemente aggiungendo una nuova desinenza (-s), come accade del resto in francese o in inglese. Come in italiano, in rumeno e in francese, si usa il maschile plurale per indicare un insieme misto di elementi maschili e femminili: si dirà che il maschile è la forma non marcata.

In linguistica, si definisce flessione un meccanismo di formazione delle parole in cui una parola viene modificata per esprimere varie categorie grammaticali, come il genere, il numero, la persona, il caso, il tempo, il modo, l'aspetto, la diatesi, la definitezza o l'animatezza.

La flessione del verbo è detta coniugazione. La flessione del sostantivo (e anche delle altre forme non verbali, tra cui l'articolo, l'aggettivo, il pronome, le preposizioni o posposizioni e così via) è detta declinazione.

La flessione può fare uso di affissi (prefissi, suffissi, infissi, circonfissi e transfissi), dell'apofonia (talvolta chiamata ablaut) o di altri meccanismi di modificazione.

La forma flessa di una parola solitamente contiene sia uno o più morfemi liberi (unità di significato che possono essere impiegate come parole a sé stanti) sia uno o più morfemi legati (unità di significato che non possono essere impiegate come parole a sé stanti).

Quando, all'interno di una lingua, le flessioni di più parole devono essere rese compatibili fra loro secondo regole precise si parla di concordanza (o accordo).

Le parole che non subiscono flessione sono dette invariabili. In italiano, ad esempio, tutti gli avverbi, i prestiti da lingue straniere[1][2] o anche le forme mutuate dal latino[3] sono invariabili. Le lingue che raramente fanno uso di flessione (in cui cioè le parole sono tutte o quasi tutte invariabili, come il cinese standard) sono dette isolanti (o analitiche).

Quando invece una lingua presenta un qualche livello di flessione, essa viene detta sintetica. Una lingua sintetica può impiegare la flessione molto estesamente (come il latino, il greco antico, l'ebraico o il sanscrito) o sporadicamente (come l'inglese, l'olandese o il persiano). Le lingue in cui la flessione ha un uso così diffuso da permettere di esprimere una frase intera in una singola parola (come ad esempio molte lingue native americane) sono dette polisintetiche.

Le lingue in cui singoli morfemi esprimono singole categorie grammaticali (come il finlandese, l'ungherese o il georgiano) sono dette lingue agglutinanti. In tal caso, al termine flessione si preferisce di solito quello di agglutinazione. Le lingue in cui invece un singolo morfema può esprimere varie categorie grammaticali (ad esempio sia il genere sia il numero, come in italiano) sono dette flessive (o fusive).

  1. ^ [1] Giorgio De Rienzo da corriere.it
  2. ^ [2] Archiviato il 28 settembre 2012 in Internet Archive. Andrea Di Gregorio da imaginaria.net
  3. ^ Domande e Risposte / su treccani.it

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