Fratelli Capozzoli

23 giugno 1829: Pasquale Rossi e i fratelli Donato, Domenico e Patrizio Capozzoli, arrestati a Perito dopo strenua resistenza, vengono condotti a Salerno (ill. di Edoardo Matania)

I fratelli Capozzoli, originari da una famiglia di piccoli possidenti di Monteforte Cilento, hanno legato storicamente il proprio nome a quello dell'omonima comitiva di "scorridori di campagna o cospiratori carbonari"[1] che si raccolse attorno a tre dei fratelli: Donato, Domenico e Patrizio.

La banda dei Capozzoli, attiva fin dal 1817, operò nel Cilento, area geografica allora compresa nel Regno delle Due Sicilie pre-unitario. La vita della comitiva conobbe il suo drammatico epilogo con il coinvolgimento politico nei moti del Cilento del 1828: prima di allora, l'attività banditesca, di tipo comune, aveva potuto imperversare sul Principato Citra per oltre dieci anni, un tempo di sopravvivenza insolitamente lungo per una banda di briganti[2].

  1. ^ Maria Pia Vozzi, «La comitiva armata dei fratelli Capozzoli e la rivoluzione cilentana del 1828. Lotta politica e brigantaggio», in Il Mezzogiorno preunitario: economia, società e istituzioni, a cura di Angelo Massafra, Bari, Edizioni Dedalo, 1988, p. 1143
  2. ^ Margherita Autuori, «Storia sociale della banda Capozzoli (1817-1827): lotte municipali e brigantaggio», in Il Mezzogiorno preunitario: economia, società e istituzioni, a cura di Angelo Massafra, Bari, Edizioni Dedalo, 1988, ISBN 88-220-4136-4 (p. 1127)

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