«Cosa dobbiamo pensare delle dottrine di Nietzsche? Quanto sono vere? Sono utili in qualche modo? C'è in esse qualcosa di obiettivo, o sono le mere fantasie di potenza d'un malato? È innegabile che Nietzsche abbia avuto una grande influenza, non tra i filosofi puri, ma tra gli uomini di cultura artistica e letteraria. Bisogna anche riconoscere che le sue profezie sul futuro sono state, fino ad ora, più giuste di quelle dei liberali o dei socialisti. Se è solo il sintomo di una malattia, la malattia deve essere diffusa assai largamente nel mondo moderno.»
Friedrich Nietzsche (AFI: [ˈfʁiːtʁɪç ˈniːtʃə][2] ; Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo, filologo, poeta e saggista tedesco.
Pensatore originale e innovativo, la sua produzione filosofica ha influenzato il mondo culturale occidentale dal Novecento in poi.[3] La sua filosofia rappresenta una rottura nei confronti del passato ed una conseguente apertura a nuovi modi di fare filosofia, caratterizzati dall'uso della prosa letteraria e aforistica, ma soprattutto di elementi provocatori, irriverenti, quasi scherzosi.[4][5][6]
La sua opera poliedrica si concentra sulla morale, sulla fede cristiana e sul destino dell'individuo contemporaneo smarrito nel nichilismo moderno, che dopo la fine della religione dovrebbe superarlo.[7] Nietzsche stesso trovò spazio per la sperimentazione filosofica e scrittoria, scrivendo opere poetiche[8], filologiche[9] e un'autobiografia, oltre ai saggi filosofici.[10] Il suo pensiero sarà rivoluzionario per la filosofia del secolo seguente e influenzerà anche romanzieri, poeti e artisti.[11][12]
La riflessione di Nietzsche prende le mosse dall'interpretazione della tragedia greca e del teatro wagneriano, visto dal filosofo come il riflesso della tragedia.[N 1][13][14] Si sarebbe in seguito allontanato dal pensiero artistico-metafisico per abbracciare un rigoroso metodo scientifico, mirato alla confutazione dei valori filosofici occidentali e al superamento di questi (in special modo della fede cristiana[15]) da parte dell'individuo che diviene oltreuomo.[16]
Nietzsche è inoltre un critico della religione: le sue considerazioni si caratterizzano infatti dalla ferma opposizione dell'ascesi, della venerazione della miseria e del concetto di "anima". Nietzsche inneggia invece al superamento della morale e della metafisica[17]: le caratteristiche fondanti della religione.[18]
L'intera filosofia di Nietzsche costituisce uno spartiacque tra la filosofia dell'Ottocento e quella del Novecento, nonché un pensiero opposto e rivoluzionario[19] rispetto al passato filosofico.[20] Le sue opere iniziali, di stampo schopenhaueriano-wagneriano[21], sarebbero state superate dalla Gaia scienza, opera simbolo della sua conversione illuminista[22]; le opere più famose, invece (quali lo Zarathustra, Al di là del bene e del male e la Genealogia), appartengono alla sua riflessione sul nichilismo e sulla figura dell'oltreuomo.[23]
Nel 1889, a Torino, Nietzsche fu colpito da una crisi cerebrale, che lo costrinse al ricovero. Passò così undici anni di apatia cerebrale, fino alla morte sopravvenuta nel 1900 a causa di una polmonite.[24] Tuttora le cause del collasso vengono dibattute in campo medico.[25]
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