Fuga di cervelli

Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo film del 2013, vedi Fuga di cervelli (film).
Cartello satirico sulla "fuga dei cervelli".

L'espressione "fuga dei cervelli" (in inglese human capital flight, o spesso brain drain) indica l'emigrazione verso Paesi stranieri di persone di talento o alta specializzazione professionale formatesi in madrepatria. Tale termine, riferito al cosiddetto "capitale umano", rievoca quello della "fuga dei capitali", ovvero il disinvestimento economico da ambienti non favorevoli all'impresa. Il fenomeno è generalmente visto con preoccupazione[1] perché rischia di rallentare il progresso culturale, tecnologico ed economico dei Paesi dai quali avviene la fuga, fino a rendere difficile lo stesso ricambio della classe docente.

Il fatto che giovani neolaureati e neodottorati vadano a lavorare in università e centri di ricerca di altre nazioni è fisiologico, ai nostri giorni, perché connaturato alla forte globalizzazione attuale della ricerca. I grandi centri di ricerca attirano persone brillanti provenienti da tutto il mondo. La mobilità degli studiosi è un fenomeno comune fin dagli albori delle università e di per sé un fattore di arricchimento culturale e professionale, perché la ricerca non conosce frontiere.

Il problema per un Paese nasce quando il saldo tra gli studiosi che partono e quelli che arrivano è negativo, cioè quando un Paese non riesce ad attirare tanti studiosi quanti quelli che se ne sono andati.

  1. ^ Sulla ricaduta pubblica di questa preoccupazione v. Dancygier, Rafaela, Dehdari, Sirus H., Laitin, David D., Marbach, Moritz, Vernby, Kåre, Emigration and radical right populism, American Journal of Political Science, 27 marzo 2024, 0092-5853.

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