George Berkeley

(LA)

«Esse est percipi.»

(IT)

«Essere è essere percepito.[1]»

George Berkeley
vescovo della Chiesa d'Irlanda
John Smibert, Ritratto di Berkeley, 1727
 
Incarichi ricopertiVescovo di Cloyne
 
Nato12 marzo 1685 contea di Kilkenny
Ordinato presbitero1721
Nominato vescovo18 gennaio 1734
Consacrato vescovo19 maggio 1734
Deceduto14 gennaio 1753 a Oxford
Firma
 

George Berkeley (Contea di Kilkenny, 12 marzo 1685Oxford, 14 gennaio 1753) è stato un filosofo, teologo e vescovo anglicano irlandese, uno dei tre grandi empiristi britannici assieme a John Locke e David Hume. Oggi è stato ampiamente rivalutato, tanto da essere considerato come un precursore indiretto di Ernst Mach, Albert Einstein e Niels Bohr per la sua tesi sull'inesistenza della materia (intesa pur sempre all'interno dell'orizzonte in cui si muove la filosofia moderna, quindi come Res extensa, come realtà corporea esterna alla mente) e sull'impossibilità di un tempo e uno spazio assoluti.[2] Le sue critiche alla matematica[3] e alla scienza sono fra le più controverse della storia della filosofia.[2]

Nel 1709 Berkeley pubblicò la sua prima grande opera, Saggio su una nuova teoria della visione, in cui discuteva i limiti della visione umana e avanzò la teoria secondo cui gli oggetti percepiti non sono materiali, ma costituiti di luce e colore.[4] Questo prefigurava il suo principale lavoro filosofico, Trattato sui principi della conoscenza umana, nel 1710, che, dopo la sua scarsa accoglienza, riscrisse in forma di dialogo e pubblicò con il titolo Tre dialoghi tra Hylas e Philonous nel 1713.[5]

Berkeley criticò la dottrina filosofica di Isaac Newton di spazio, tempo e movimento assoluti nel De Motu (Sul Moto), pubblicato nel 1721. Nel 1732 pubblicò Alcifrone, un testo apologetico cristiano in contrapposizione ai liberi pensatori, e nel 1734 L'analistaː un discorso indirizzato ad un matematico infedele, una critica dei fondamenti del calcolo, che fu influente nello sviluppo della matematica.

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore percipi
  2. ^ a b Karl Popper, Nota su Berkeley quale precursore di Mach e Einstein, in Congetture e confutazioni, I, Bologna, Società editrice il Mulino.
  3. ^ In primis riguardo al concetto di numero infinito.
  4. ^ George Berkeley, An Essay Towards a New Theory of Vision, 2ª ed., Dublin, Jeremy Pepyat, 1709.
  5. ^ In questo libro, le opinioni del filosofo erano rappresentate da Philonous (dal greco: "amante della mente"), mentre Hylas ("hyle", greco: "materia") incarna gli oppositori del pensatore irlandese, in particolare John Locke.

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