I geroglifici anatolici sono un originale sistema di scrittura geroglifica attestato nell'Anatolia centrale e costituito da circa cinquecento segni[1]. Utilizzato specialmente nelle iscrizioni monumentali, ma anche su sigilli, riguarda la scrittura di un dialetto luvio detto "luvio geroglifico" per distinguerlo da quello redatto in alfabeto luvio cuneiforme nel II millennio a.C.[2]. Questa scrittura viene usata fin dai tempi del grande impero ittita, ma la maggior parte delle iscrizioni risale ad un periodo più recente (X-VIII sec. a.C.). Quando la Siria viene gradualmente incorporata nell'impero assiro, non si trova più tale scrittura[3].
Furono in passato comunemente conosciuti come "geroglifici ittiti", termine introdotto per la prima volta dall'archeologo e linguista inglese Archibald Henry Sayce poco dopo il 1870, ma la lingua che essi codificano si dimostra essere quella dei Luvi, non quella degli Ittiti[1]; il termine "geroglifici luvi" è quello usato in pubblicazioni in lingua inglese. Sono tipologicamente simili ai geroglifici egiziani, ma non derivano graficamente da quella scrittura, e non sono noti per avere giocato un ruolo sacro come quelli in Egitto. I segni di questa scrittura anatolica, così come non hanno alcuna relazione con i geroglifici egiziani, non ne hanno nemmeno con quelli cretesi. Non c'è nemmeno collegamento dimostrabile con la scrittura cuneiforme ittita[4].
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