Girifai

Girifai
Informazioni generali
Nome completoSaltus de Jirifai
CapoluogoMonastero di S. Giovanni de Su Lillu
Altri capoluoghiMonastero di S. Maria di Gultudolfe
Dipendente daGiudicato di Gallura, Badia benedettina di San felice di Vada a Rosignano Marittimo
Evoluzione storica
Iniziosec. XII
CausaCessione da parte del giudice di Gallura Costantino III de Lacon-Gunale[1]
Finesec. XIV
CausaAnnessione da parte degli aragonesi (metà del XIV secolo)

Girifai o Jirifai è la denominazione medioevale di un territorio oggetto di "secatura de rennu"(generalmente una sdemanializzazione del territorio giudicale in favore di una chiesa), da parte del Giudice di Gallura in favore dei monasteri di San Felice di Vada (Rosignano Marittimo) e San Giovanni di Ossililli o Sulille (non localizzato[2]), caratterizzata dunque dal passaggio del suo territorio dal governo del giudicato a quello del monastero oggetto della donazione. Il territorio di Girifai, come hanno mostrato numerosi studi, era localizzato nella curatoria di Galtellì[3].

Nei due documenti che menzionano la donazione[4][5], il territorio è denominato Salt di Jurifai (leggasi Giurifai) o Jirifai. Le due denominazioni presentano assonanze con odierni toponimi come Durithai a Loculi[6], Ghirivai (oggi pronunciato 'Iriai) a Dorgali e Ghiriai a Galtellì.

L'estensione originale del territorio è di difficile individuazione a causa della scarsità dei dati, ma comunque era ricompreso negli attuali territori comunali di Loculi, Irgoli e Galtellì.

L'esistenza del Salto[7] di Girifai si concentra in un territorio e in un'epoca caratterizzati da scarsità di documenti e, per questo, le sue vicende storiche sono di difficile ricostruzione.

Nel Salto si dovettero insediare i benedettini (a cui il monastero di San Felice apparteneva), probabilmente in piccoli monasteri afferenti alle chiese menzionate nella donazione: Santa Maria di Gultudolfe e Santa Felicita di Bithe (da identificare con Bitithè, un villaggio scomparso vicino a Galtellì). L'appartenenza del saltus all'abbazia cistercense delle Tre Fontane di Roma, riportata in alcune pubblicazioni, è legata al fatto che l'abbazia romana possedeva, nell'anno 805, la pieve di S. Giovanni nell'Isola del Giglio, identificata con la chiesa di S. Ioanne de Ossillili citato nella donazione del 1160[8]. Tuttavia tale identificazione non è supportata da alcun studio, né toponomastico né documentale. Dal testo della donazione, inoltre, si comprende che il monastero di Su Lillu era localizzato in Gallura, perché viene citato nella descrizione dei capisaldi delimitanti il confine:

et cum si affliscat appare custos saltos kili do a Sanctu Fele de Vada, et a S. Iohanne, e Sollili, et a S. Maria de Gultodofe.

  1. ^ Carta Raspi, p. 276
  2. ^ Secondo Gianfranco Pirodda, Alcuni elementi per la identificazione sul territorio degli insediamenti dei Templari, in Quaderni Bolotanesi, nº 26, 2000, p. 189, tale monastero era localizzato a Dorgali in località S'Eremu, e sarebbe stato una precettoria templare, ma non vi sono ulteriori elementi per confermare tale ipotesi.
  3. ^ Panedda, p. 49
  4. ^ Secolo XII – LXXII – Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna, su reisar.eu. URL consultato il 10 maggio 2022.
  5. ^ Secolo XII – CI – Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna, su reisar.eu. URL consultato il 10 maggio 2022.
  6. ^ Francesca Chessa, Loculi : storia e sviluppo di un territorio, 1997.
  7. ^ In Sardegna il Saltus generalmente era un terreno di tipo latifondistico lasciato incolto per il libero pascolo o per la gestione forestale.
  8. ^ Secolo XII – LXXII – Repertorio informatizzato delle fonti documentarie e letterarie della Sardegna, su reisar.eu. URL consultato il 23 agosto 2022.

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