Gottfried Wilhelm von Leibniz

Ritratto di Gottfried Wilhelm Leibniz conservato presso la Biblioteca regionale di Hannover.

Gottfried Wilhelm Leibniz, scritto alternativamente - in tedesco ed in francese - Leibnitz e conosciuto anche come Leibnitius in latino e Leibnizio in italiano (AFI: [ˈɡɔtfʁiːt ˈvɪlhɛlm ˈlaɪpnɪts]; Lipsia, 1º luglio 1646[1]Hannover, 14 novembre 1716), è stato un filosofo, matematico, scienziato, teologo, linguista, glottoteta, diplomatico, giurista, storico e magistrato tedesco.

Firma di Leibniz

Tra i massimi esponenti del pensiero occidentale, nonché una delle poche figure di "genio universale", la sua applicazione intellettuale a pressoché tutte le discipline del sapere ne rende l'opera vastissima e studiata ancor oggi trasversalmente[2]: a lui ed a Isaac Newton vengono generalmente attribuiti l'introduzione e i primi sviluppi del calcolo infinitesimale, in particolare il concetto di integrale, per il quale si usano ancora oggi molte sue notazioni, i termini "dinamica"[3] e "funzione",[4] che egli usò per individuare le proprietà di una curva, tra cui l'andamento, la pendenza, la corda, la perpendicolare in un punto.

Considerato il precursore dell'informatica, della neuroinformatica e del calcolo automatico, fu inventore di una calcolatrice meccanica detta Macchina di Leibniz; inoltre alcuni ambiti della sua filosofia aprirono numerosi spiragli sulla dimensione dell'inconscio che solo nel XIX secolo si riconoscerà come realtà istintuale effettiva, specialmente negli scritti antesignani di Nietzsche, ma che si tenterà di formalizzare scientificamente solo nel XX secolo, con Sigmund Freud.

  1. ^ secondo il calendario giuliano 21 giugno
  2. ^ Gottfried Wilhelm Leibniz, su Stanford Encyclopedia of Philosophy.
  3. ^ Maria Rosa Antognazza, Leibniz. Una biografia intellettuale, p. 352; il termine latino dynamica è un neologismo creato da Leibniz nel 1690 sul modello del termine aristotelico δύναμις = dynamis, mentre redigeva il trattato Dynamica de potentia et legibus naturae corporeae. (Michel Fichant, "De la puissance à l'action : la singularité stylistique de la Dynamique", Revue de Métaphysique et de Morale, Janvier-Mars 1995), pp. 49-81).
  4. ^ Utilizzato per la prima volta nel De linea ex lineis numero infinitis..., pubblicato in Acta Eruditorum, 1692, cfr: Gerhardt (ed.), Leibniz Mathematische Schriften vol. III, p. 268.

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