Grandi purghe

Il procuratore Vyšinskij, al centro, nel secondo processo di Mosca (1937).

Le Grandi purghe[1] furono una vasta e spietata repressione avvenuta nell'URSS nella seconda metà degli anni trenta, voluta e diretta da Stalin nei confronti dei suoi nemici dopo l'omicidio di Sergej Kirov, importante dirigente del partito a Leningrado[2], per epurare il partito comunista da presunti cospiratori[3]. Il periodo è ricordato anche come Grande Terrore (большой террор, bol'šoj terror) o, in Russia, con quello di ežovščina (ежовщина, "era di Ežov")[4] dal nome del capo dell'NKVD nel periodo più tragico delle purghe.

La repressione, eseguita spesso con procedimenti giudiziari sommari, colpì anche semplici cittadini, non iscritti al partito, considerati ostili al regime, ed ebbe vasta risonanza in Occidente a seguito di alcuni processi celebrati dal 1936 al 1938 contro i massimi dirigenti del PCUS. Oggetto di arresti e condanne furono, anche, numerosi esponenti delle comunità straniere, inclusa quella italiana, emigrati nella nuova patria socialista per sottrarsi alle persecuzioni politiche dei paesi di origine o per contribuire al suo sviluppo. Le grandi purghe staliniane possono essere interpretate anche come un caso estremo di arrivismo politico culminato nell'eliminazione fisica degli avversari diretti.[5][6]

  1. ^ Il termine "purga" deriva dal latino purus. La parola con cui in italiano si indicano le epurazioni, in russo si traduce con čistka (che deriva dal verbo čistit', pulire). Risulta del tutto erronea, invece, un'etimologia con una discreta circolazione in Italia che la vorrebbe discendere dal russo purga (pronuncia: purgà) che vuole dire tormenta, da considerarsi un falso amico. Per ulteriori approfondimenti sull'etimologia del termine, si veda Antonio Armano, Stalin e Wikipedia: come si dice "purga" in russo?, su PEM-Piazza Enciclopedia Magazine, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, 25 marzo 2015. URL consultato il 26 marzo 2015.
  2. ^ Sergej Kirov fu ucciso a Leningrado, odierna San Pietroburgo, il 1º dicembre 1934.
  3. ^ Bogatzky Nikolay, Uno sguardo su Kondràt’ev (PDF), in MRC, Working Papers: No 15/2017, ISSN 2534-9465, Sofia, maggio 2017.
  4. ^ N.I. Ežov, successore di Jagoda, fu capo dell'NKVD dal 1936 al 1938. Caduto in disgrazia presso Stalin fu destituito e sostituito da Berija, per poi essere giustiziato, presumibilmente, nel 1940.
  5. ^ William J. Chase, Enemies within the Gates? The Comintern and the Stalinist Repression, 1934–1939. New Haven, CT: Yale University Press, 2001, ISBN 0-300-08242-8.
  6. ^ Gianni Rocca, Stalin. Quel "meraviglioso georgiano", Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1988, ISBN 880431388-9, p. 269: «In effetti l'odio del segretario generale verso i suoi autorevoli nemici non era mai stato solo di natura politica. C'è un disprezzo quasi cannibalesco fra quei protagonisti dell'Ottobre che lascia sgomenti, trattandosi di vecchi compagni di battaglie rivoluzionarie. Un disprezzo reciproco che tutti coinvolgeva, che non lasciava spazio a un momento di umanità, di generosità, di amicizia.»

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