Guerra Bianca

Guerra Bianca
parte del fronte italiano della prima guerra mondiale
Dall'alto in senso orario: baraccamenti austriaci nel Tirolo orientale; Alpino con mulo quadro di Achille Beltrame del 1916; fanti austriaci in attesa del rancio nel settore del Dreisprachenspitze; difficoltoso trasporto di un pezzo d'artiglieria italiano in quota
Data24 maggio 1915 - 4 novembre 1918
LuogoDolomiti e Alpi Retiche meridionali
Esitovittoria italiana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Due armate per circa 100-120.000 uominiAprile 1915: circa 32.400 austro-ungarici a difesa del Tirolo + 13 battaglioni dell'Alpenkorps tedesco giunti il 26 maggio 1915[1]
Perdite
circa 150.000-180.000 morti complessivi, di cui solo un terzo in combattimento[2]
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L'espressione guerra Bianca (in tedesco Gebirgskrieg[3], ovvero una "guerra in montagna") o fronte alpino individua il particolare contesto e l'insieme degli eventi militari avvenuti nei settori alpini del fronte italiano della prima guerra mondiale. Tra il 1915 e il 1918 sulle Alpi nei settori operativi delle Dolomiti, e dei gruppi dell'Ortles-Cevedale e dell'Adamello-Presanella, videro le truppe del Regno d'Italia contrapposte a quelle dell'Impero austro-ungarico. Questo fronte fu caratterizzato da combattimenti svolti in scenari di media ed alta quota, lungo il confine meridionale della regione storica del Tirolo (che coincide con l'attuale limite amministrativo della provincia autonoma di Trento), che per più di due terzi correva su una linea al di sopra dei 2000 metri di quota, fino a toccare i 3905 metri dell'Ortles.

Questo confine formava un formidabile ostacolo naturale che venne sfruttato dagli austro-ungarici, i quali, essendo in netta inferiorità numerica rispetto all'esercito italiano, durante le primissime fasi del conflitto si ritirarono sulle cime che dominavano i punti strategici per poter usufruire dei vantaggi derivati dalle postazioni sopraelevate. Fin dai primi mesi anche il fronte alpino divenne via via meno elastico e più statico, e furono costruite linee ben fortificate che colmavano ogni lacuna lungo il fronte, dove vennero occupate anche le vette più alte per creare una linea di combattimento continua e inaccessibile.

Questo fronte fu caratterizzato soprattutto dalle difficoltà legate al clima, alla neve e alle difficoltà di approvvigionamento di entrambi gli eserciti; il trasporto delle artiglierie sulle vette di montagne, fu forse una delle imprese più difficoltose di tutta la guerra Bianca, mentre le condizioni di vita dei soldati su questo fronte fu probabilmente tra le più proibitive e difficili di tutta la guerra. La stessa natura dell'alta montagna, che da una parte offriva ripari naturali, dall'altra metteva quotidianamente a dura prova la resistenza dei soldati, i quali dovettero lottare contro il nemico ma soprattutto contro gli elementi; seracchi, tormente di neve, valanghe, inedia e assideramenti causati dalle temperature a volte di 40° sotto lo zero, causavano più vittime che non il nemico.

Tutti i moderni mezzi di lotta, come la preponderanza di truppe, fallirono contro le montagne che per loro natura erano baluardi inaccessibili per i quali era preclusa ogni manovra di aggiramento. I tentativi di assalto frontale vennero presto abbandonati per iniziare una guerra sotterranea, soprattutto nel fronte dolomitico, dove entrambi gli eserciti iniziarono a costruire gallerie per mine con lo scopo di far saltare le vette e le postazioni occupate dal nemico. Ma anche questa tattica dovette essere abbandonata quando, dopo lo sfondamento austro-ungarico di Caporetto, i fanti italiani lungo il fronte alpino furono richiamati in gran fretta per rinforzare le file all'esercito schierato sul Piave, concludendo di fatto ogni ulteriore azione sul fronte dolomitico, mentre sui fronti delle Alpi Retiche meridionali i due schieramenti continuarono a contrastarsi fino agli ultimi mesi di guerra, seppur con azioni di poco rilievo. L'ultima operazione di alta montagna portò, il 3 novembre 1918, all'ingresso delle truppe italiane a Trento.

  1. ^ Berti, pp. 33-36.
  2. ^ Heinz von Lichem, Guerra in solitudine, p. 240
  3. ^ Heinz Lichem von Löwenbourg, Gebirgskrieg 1915-1918, Athesia, 1980, ISBN 978-88-7014-175-7. URL consultato il 1º ottobre 2015.

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