Guerra civile americana

Guerra civile americana
In alto a sinistra: Rosecrans a Stones River, nel Tennessee; In alto a destra: prigionieri confederati a Gettysburg; in basso: battaglia di Fort Hindman, nell'Arkansas.
Data12 aprile 1861 – 26 maggio 1865 (l'ultima battaglia terminò il 13 maggio 1865)
LuogoStati Uniti d'America
Casus belliIncidente di Fort Sumter
EsitoVittoria dell'Unione
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
2.200.000
698.000 (picco)
1.064.000
360.000 (picco)
Perdite
140.414 morti in battaglia[3]
365.000 morti totali[3]
275.200 feriti
72.524 morti in battaglia[3]
260.000 morti totali
137.000 feriti
Voci di guerre presenti su Wikipedia

La guerra civile americana, nota, specie all'estero, anche come guerra di secessione americana, fu combattuta dal 12 aprile 1861 al 26 maggio 1865 (l'ultima battaglia terminò il 13 maggio 1865) fra gli Stati Uniti d'America e gli Stati Confederati d'America, entità politica sorta dalla riunione confederale di Stati secessionisti dall'Unione.

Nelle elezioni presidenziali del 1860 i repubblicani guidati da Abraham Lincoln sostennero la proibizione della schiavitù in tutti i territori degli Stati Uniti,[4] una proposta che gli Stati del sud accolsero come una violazione dei loro diritti costituzionali. Il Partito Repubblicano, che era dominante nel nord, si assicurò la maggioranza dei voti elettorali e Lincoln divenne il primo presidente degli Stati Uniti d'America repubblicano. Prima del suo insediamento sette Stati del sud, la cui economia si basava sulle piantagioni di riso, tabacco e soprattutto cotone nelle quali lavorava una manodopera a bassissimo costo costituita da schiavi, nel febbraio 1861 formarono la cosiddetta Confederazione, separandosi dall'Unione. Nei sei mesi antecedenti alla secessione la popolazione di questi Stati aveva la più alta percentuale di schiavi per un totale del 48,7%.[5]

Il 4 marzo 1861 Lincoln dichiarò nel suo primo discorso d'insediamento che la sua amministrazione non avrebbe iniziato una guerra civile. Parlando direttamente agli Stati del sud ribadì: «[...] non ho alcuno scopo, direttamente o indirettamente, di interferire con l'istituzione della schiavitù negli Stati in cui essa già esiste. Credo di non avere alcun diritto legale di farlo e non ho neppure alcuna inclinazione a farlo».[6] Le forze confederate presero numerosi forti federali all'interno dei territori da loro reclamati. Gli sforzi per trovare un compromesso fallirono ed entrambe le parti si prepararono alla guerra. I confederati presumevano che i Paesi europei fossero così dipendenti dal cotone da loro esportato che sarebbero intervenuti, ma nessuno lo fece e nessuno riconobbe i nuovi Stati Confederati d'America.

Le ostilità iniziarono il 12 aprile 1861, quando le forze confederate attaccarono Fort Sumter. Mentre nel teatro occidentale l'Unione faceva importanti conquiste permanenti, nel teatro orientale le battaglie dei primi anni si dimostrarono inconcludenti. Le campagne confederate dell'autunno 1862 in Maryland e in Kentucky fallirono. Lincoln promosse il Proclama di emancipazione, che fece divenire l'abolizione della schiavitù un obiettivo della guerra.[7] A ovest, nell'estate del 1862, l'Unione distrusse la marina fluviale della Confederazione, bloccando quindi gran parte dei loro eserciti occidentali e conquistando New Orleans. Nello stesso anno l'assedio di Vicksburg divise i confederati in due parti separate dal fiume Mississippi e un'incursione del generale confederato Robert Edward Lee a nord si concluse con una disfatta nella battaglia di Gettysburg. I successi occidentali portarono nel 1864 Ulysses S. Grant al comando di tutti gli eserciti dell'Unione. Le ultime battaglie significative della guerra vennero combattute nel contesto dell'assedio di Petersburg. Il tentativo di fuga di Lee si concluse con la sua resa ad Appomattox il 9 aprile 1865. Mentre le azioni militari volgevano al termine, iniziò l'era della ricostruzione in cui si tentò di recuperare l'integrazione nazionale.

La guerra civile americana è stata una delle prime guerre industriali. Le ferrovie, il telegrafo, le navi a vapore e le armi prodotte in serie furono elementi ampiamente impiegati. La mobilitazione delle fabbriche civili, delle miniere, dei cantieri navali, delle banche, dei trasporti e dei fornitori di alimenti dimostrò l'impatto dell'industrializzazione nella guerra, tutti elementi che si sarebbero poi riscontrati anche nella prima guerra mondiale. Tradizionalmente si stima che tra il 1861 e il 1865 vi furono almeno 620.000 morti, ma studi recenti sostengono che 750.000 soldati siano caduti, con un numero imprecisato di civili.[8][9] Secondo una stima la guerra causò la morte del 10% di tutti gli uomini degli Stati del nord tra i venti e i quarantacinque anni e il 30% di tutti gli uomini del sud tra i diciotto e i quarant'anni.[10]

  1. ^ L'Unione era il nome che indicava gli Stati Uniti d'America durante la guerra civile americana
  2. ^ La confederazione era il nome che indicava gli Stati Confederati d'America durante la guerra civile americana
  3. ^ a b c John W. Chambers, The Oxford Companion to American Military History. Oxford University Press, II edizione, 1999, ISBN 978-0-19-507198-6, p. 849.
  4. ^ Questa nozione politico-amministrativa non corrisponde a quella di "Stato federato degli USA".
  5. ^ "Date of Secession Related to 1860 Black Population" (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2017)., America's Civil War
  6. ^ Inaugural Addresses of the Presidents of the United States: from George Washington 1789 to George Bush 1989, su avalon.law.yale.edu. URL consultato il 17 novembre 2021.
  7. ^ Frank J. Williams, "Doing Less and Doing More: The President and the Proclamation—Legally, Militarily and Politically", in Harold Holzer, ed. The Emancipation Proclamation (2006), pp. 74–75.
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore hacker
  9. ^ Hacker, 2011, pp. 307-348.
  10. ^ Huddleston, 2002, p. 3.

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search