Guerra gotica (402-403)

Guerra gotica (401-403)
Rappresentazione medievale di Alarico
Data401 - 403
LuogoImpero romano d’Occidente: Italia settentrionale
EsitoVittoria romana
Alarico è respinto fuori dai confini imperiali
Schieramenti
Impero romano d’Occidente
Foederati Alani e Vandali
Visigoti di Alarico
Comandanti
Stilicone
Onorio
Saul dei Sarmati
Alarico
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La guerra gotica del 402-403 fu combattuta tra l'Impero romano d'Occidente e i Visigoti di Alarico I.

Nel 395 i Visigoti, insediati all'interno dell'Impero (più precisamente nell'Illirico orientale) come Foederati (alleati) di Roma fin dal 382, si rivoltarono eleggendo come loro re Alarico I e devastando la Grecia e la Tracia: il loro intento era ottenere condizioni di insediamento all'interno dell'Impero ancora più favorevoli di quelle ottenute nel 382. Dopo aver devastato l'Illirico Orientale, nel 397 Alarico e i Visigoti firmarono un nuovo foedus con l'Impero d'Oriente: i Visigoti ottennero nuove terre da coltivare e Alarico divenne magister militum per Illyricum.

Dopo aver rafforzato il suo esercito con armi più moderne prese dagli arsenali romani della diocesi di Dacia, Alarico nel 401 decise di abbandonare le province orientali e invadere invece quelle della pars occidentis. Il motivo per cui prese questa decisione era il cambiamento della situazione politica nell'Impero d'Oriente: in seguito alla presa al potere del partito antibarbarico, avvenuta nel 400, la corte romano-orientale non era più disposta ad accettare il trattato stretto da Eutropio con i Visigoti di Alarico, e lo considerò non più valido.

Nel 401, pertanto, Alarico invase l'Italia, nel tentativo di costringere l'Imperatore d'Occidente Onorio a concedere ai Visigoti un insediamento permanente all'interno della parte occidentale. Sconfitto dal generale Stilicone, reggente di Onorio, dapprima a Pollenzo (402) e poi a Verona (403), negoziò un trattato con Stilicone in cui gli veniva imposto il ritiro dalla penisola: in cambio ad Alarico e ai suoi Visigoti fu concesso di stabilirsi in Dalmazia e in Pannonia in cambio del loro impegno ad assistere Stilicone nel suo tentativo di sottrarre all'Impero d'Oriente l'Illirico orientale.

L'Imperatore festeggiò la vittoria sui Goti con un'entrata trionfale a Roma, dopodiché decise di spostare la capitale a Ravenna, strategicamente più difendibile di Milano (402). Nel 404 ritornò di nuovo a Roma per celebrare un altro trionfo. La visita dell'Imperatore a Roma venne accolta con entusiasmo, anche dal poeta Claudio Claudiano che aveva già scritto un poema sulla vittoria dei Romani a Pollentia. Successivamente scrisse anche un poema celebrativo sulla vittoria di Verona.

Comunque sia, nonostante la bravura di Stilicone, la parte occidentale dell'Impero romano, nonostante fosse più strategicamente difendibile della parte orientale, era in netta crisi: nel 405 le orde barbariche di Radagaiso invasero di nuovo l'Impero e anche se Stilicone riuscì a sconfiggerli non riuscì a fermare l'irruzione (avvenuta il 31 dicembre 406) di molte popolazioni barbariche nella Gallia, che in breve tempo devastarono intere parti di paese, per poi occupare permanentemente gran parte della Spagna (409). A peggiorare la situazione vi furono rivolte e nomine di usurpatori nelle Gallie e in Britannia e una nuova invasione dell'Impero da parte di Alarico I.

Questi fu di nuovo spinto al ritiro da Stilicone tramite pagamento di un tributo, ma la politica di compromesso adottata dal generale con i Goti non fu gradita dalla corte che accusò il generale di tradimento condannandolo alla pena capitale. Senza più Stilicone a contrastarlo, Alarico espugnò Roma e la saccheggiò nel 410. La parte occidentale dell'Impero era ormai in crisi e nel 476 crollò definitivamente.


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