ISO 639-3

ISO 639-3:2007, Codici per la rappresentazione dei nomi delle lingue - Parte 3: Codice Alpha-3 per una copertura completa delle lingue, è la terza parte dello standard internazionale per i codici delle lingue della serie ISO 639, un sistema elaborato per classificare tutti i linguaggi, tra cui anche tutte le lingue parlate del mondo, associando a ciascun linguaggio un codice identificativo unico. Lo standard è stato pubblicato dall'Organizzazione Internazionale per la normazione (ISO) il 1º febbraio 2007[1].

La terza sezione dell'ISO 639 è un indice che assegna codici di 3 lettere (alpha-3) a un vasto catalogo di linguaggi tra cui lingue moderne, antiche, estinte e persino artificiali, includendo anche dialetti e lingue riservate, per un totale di 7776 elementi. L'obiettivo è costruire un indice generale e il più dettagliato possibile che includa qualunque tipo di linguaggio naturale umano parlato nel mondo. La copertura linguistica estesa è stata basata principalmente sui codici linguistici utilizzati nell'Ethnologue (volumi 10-14) pubblicato da SIL International, che è ora l'ufficio di registrazione per ISO 639-3[2].

Questo nuovo codice perfeziona il lavoro fatto con la precedente versione ISO 639-2, completando e rettificandone la classificazione. L'ISO 639-3 è progettato per non entrare in conflitto con l'ISO 639-2 (per questo, tutti gli elementi presenti nell'ISO 639-2 sono dotati di un nuovo codice identificativo - ad eccezione delle famiglie linguistiche o collezioni di linguaggi, escluse dall'ISO 639-3 e reintrodotte solo nel più tardo ISO 693-5). Le combinazioni consentite dalla scelta di una codifica fatta di 3 lettere (alpha-3), permette di classificare un insieme vastissimo di linguaggi.

Originariamente erano previsti l'aggiornamento e la verifica annuale dei codici così redatti, al fine di affinare ulteriormente il lavoro di classificazione fatto.

  1. ^ (EN) 14:00-17:00, ISO 639-3:2007, su ISO. URL consultato il 4 maggio 2022.
  2. ^ (EN) ISO - Maintenance agencies and registration authorities, su ISO. URL consultato il 4 maggio 2022.

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