Ibn Arabi

Muhammad ibn ʿAlī ibn Muhammad ibn al-ʿArabī

Muhammad ibn ʿAlī ibn Muhammad ibn al-ʿArabī ((in arabo أبو عبد الله محمد بن علي بن محمد بن العربي الحاتمي الطائي?, Abū ʿAbd Allāh Muḥammad ibn ʿAlī ibn Muḥammad ibn al-ʿArabī al-Ḥātimī al-Ṭāʾī), più noto come Ibn ʿArabī; Murcia, 28 luglio[1] 1165Damasco, 16 novembre 1240) è stato un filosofo, mistico e poeta arabo.

La sua opera ha influenzato molti intellettuali e mistici sia orientali sia occidentali. Alcuni studiosi ritengono che egli abbia in qualche misura influenzato, seppure in modo indiretto, anche Dante Alighieri e San Giovanni della Croce.

È conosciuto in Occidente come Doctor Maximus e in alcuni paesi islamici con i titoli di Muḥyī al-Dīn ("Colui che rivivifica la religione") e di al-Shaykh al-Akbar[2] ("Il sommo Maestro"). Il grande studioso orientalista francese Henry Corbin non esitava a definirlo "Uno dei più grandi teosofi visionari di tutti i tempi."[3]

  1. ^ Henry Corbin La curva biografica di Ibn ʿArabī e i suoi simboli
  2. ^ The Meccan Revelations, su World Digital Library, 1900-1999. URL consultato il 14 luglio 2013.
  3. ^ Henry Corbin, Storia della filosofia islamica, Milano, Adelphi, 1989, p. 291, ISBN 88-459-0141-6.

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