Impero corasmio

Impero Corasmio
Impero Corasmio – Bandiera
Impero Corasmio - Localizzazione
Impero Corasmio - Localizzazione
L'Impero corasmio in rapporto ai confini statali odierni
Dati amministrativi
Nome ufficialeخوارزمشاهیان
Lingue ufficialiPersiano[1], Turco, Kipchak[2]
CapitaleKonye-Urgench
(1077–1212)
Samarcanda
(1212–1220)
Ghazna
(1220–1221)
Tabriz
(1225–1231)
Politica
Forma di StatoMonarchia
Forma di governoOligarchia
Khwarazm-ShahAnushtigin Gharchai (1077–1096/7)
Jalal al-Din Mankubirni (1220–1231)
Nascita1077 con Anushtegin Gharchai
Fine1231 con Jalāl al-Dīn Mankubirnī
CausaInvasione mongola della Corasmia e battaglia di Yassıçemen
Territorio e popolazione
Bacino geograficoMedio oriente
Massima estensione4.900.000 km2 nel 1219
Religione e società
Religioni preminentiIslam (Sunnismo)
Evoluzione storica
Preceduto da Impero selgiuchide
Ghuridi
Succeduto daImpero mongolo
Ora parte diBandiera dell'Iran Iran
Bandiera dell'Afghanistan Afghanistan
Bandiera del Pakistan Pakistan
Bandiera dell'Uzbekistan Uzbekistan
Bandiera del Turkmenistan Turkmenistan
Bandiera del Kirghizistan Kirghizistan
Bandiera del Tagikistan Tagikistan
Bandiera dell'Azerbaigian Azerbaigian

L'Impero corasmio, o del Khwārezm-Shāh (in persiano خوارزمشا‎) fu un regno musulmano (sunnita) di origine turco-mamelucca, e di cultura persiana, che si estese su Corasmia (regione attorno al delta del fiume Oxus), Transoxiana e Persia.

La dinastia corasmia fu vassalla dei Selgiuchidi prima e dei Qara Khitāy poi, e controllò un vasto impero tra il 1077 e il 1231, corrispondente agli attuali Iran, Turkmenistan, parte dell'Afghanistan, Uzbekistan, Kirghizistan e Tagikistan. La superficie era di 4,9 milioni di km² all'apice.[3]

  1. ^ Kathryn Babayan, Mystics, monarchs, and messiahs: cultural landscapes of early modern Iran, (Harvard Center for Middle Eastern Studies, 2003), 14.
  2. ^ Bobodzhan Gafurovich Gafurov, Central Asia:Pre-Historic to Pre-Modern Times, Vol. 2, (Delhi, Shipra Publications, 1989), 359.
  3. ^ (EN) Seljuq | History & Facts, su Encyclopedia Britannica. URL consultato il 13 settembre 2019.

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