Impero sasanide

Impero Sasanide
Ērānshahr
Impero Sasanide Ērānshahr - Localizzazione
Impero Sasanide
Ērānshahr - Localizzazione

     Impero sasanide

     Occupazioni temporanee durante la guerra romano-persiana del 602-628

Dati amministrativi
Nome completoImpero degli Arii
Nome ufficialeĒrānshahr
Lingue ufficialiPahlavi (persiano medio)[1]
Lingue parlatePahlavi (persiano medio), aramaico, greco
CapitaleIstakhr (224-226)[2]
Ctesifonte (226-637)
DipendenzeRegno d'Armenia, Lakhmidi
Politica
Forma di StatoImpero
Forma di governomonarchia feudale[3]
Šāhān šāh:vedi elenco
Nascita224 con Ardashir I
CausaAbbattimento della dinastia arsacide
Fine651 con Yazdgard III
CausaConquista islamica della Persia
Territorio e popolazione
Bacino geograficoVicino Oriente, Medio Oriente, Asia centrale
Territorio originalePersia
Massima estensione4.500.000 km²[4] nel 622 d.C.
PopolazioneDa 90 a 160 milioni nel 450 d.C.
SuddivisioneSatrapia
Economia
Risorsecereali, grano, pietre preziose, allevamento, minerali
Produzionigrano, derrate alimentari, olio, vino, gioielli, stoffe
Commerci conImpero romano, India, impero cinese
Esportazionigioielli, vino, olio, stoffe
Importazionispezie, drappi, seta, ebano, incenso
Religione e società
Religioni preminentiZoroastrismo
Religione di StatoZoroastrismo
Religioni minoritarieNestorianesimo, ebraismo
Classi socialifunzionari, sacerdoti, proprietari terrieri, guerrieri, artigiani, commercianti, contadini, schiavi
L'impero sasanide attorno al 620, al suo apogeo.
Evoluzione storica
Preceduto daImpero partico
Succeduto da Califfato islamico

L'Impero sasanide o sassanide fu un'entità politica istituita da Ardashir I in seguito alla caduta dell'Impero partico e alla sconfitta dell'ultimo re della dinastia arsacide, Vologase VI.

Governato dalla dinastia sasanide, esso esistette dal 224 al 651 d.C. ed era noto ai suoi abitanti con il nome Ērānshahr (letteralmente "Impero ariano") e Ērān in persiano medio, mentre come Iranshahr e Iran in persiano nuovo.[5][6] Ultimo impero persiano attivo in epoca preislamica, nel corso della sua esistenza riuscì a elevarsi al rango di una delle potenze maggiori in Asia occidentale, meridionale e centrale, insieme con l'Impero romano prima e l'Impero romano d'Oriente poi.[7][8][9]

Nel corso del tempo, l'impero giunse a conquistare interamente il territorio degli odierni Iran, Iraq, Afghanistan, Siria orientale, il Caucaso (Armenia, Georgia, Azerbaigian e Daghestan), Asia centrale sudoccidentale, parte della Turchia, alcune regioni costiere della penisola arabica, la regione del Golfo Persico e alcune regioni del Pakistan occidentale. Secondo la leggenda, la bandiera dell'Impero sasanide era la Derafsh Kaviani.[10]

La parentesi sasanide è considerata una delle più importanti e floride della storia della Persia, in quanto corrispose a un momento di grande splendore per diverse aree di quella regione.[11] Più nel dettaglio, il periodo sasanide coincise con il picco dell'antica civiltà persiana, la cui cultura influenzò considerevolmente anche la civiltà romana nella tarda antichità.[12] Nel basso Medioevo, l'influenza culturale dei Sasanidi si estese anche oltre i confini territoriali dell'impero, raggiungendo persino l'Europa occidentale,[13] l'Africa,[14] la Cina e l'India.[15] È noto che Ctesifonte, capitale dell'entità politica in esame, intrattenne rapporti pacifici con la dinastia Tang in Cina e con l'impero indiano; inoltre, giocò un ruolo fondamentale nella formazione dell'arte medievale sia europea sia asiatica.[16] La cultura persiana gettò infine le basi per molti elementi della cultura islamica, influenzando campi quali l'arte, l'architettura, la musica, la letteratura e la filosofia.[17]

  1. ^ Daryaee (2009), pp. 99-100.
  2. ^ (EN) Ctesiphon, su Encyclopaedia Iranica. URL consultato il 27 aprile 2022.
  3. ^ (EN) Peter B. Clarke e Peter Beyer, The World's Religions: Continuities and Transformations, Routledge, 2009, p. 1091, ISBN 978-11-35-21099-1.
  4. ^ (EN) Peter Turchin, Jonathan M. Adams e Thomas D. Hall, East-West Orientation of Historical Empires (PDF), in Journal of World-Systems Research, vol. 12, n. 2, dicembre 2006, pp. 222-223, ISSN 1076-156X (WC · ACNP). URL consultato il 27 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2021).
  5. ^ Mirwaisi (2020), p. 42.
  6. ^ (EN) D.N. MacKenzie, A Concise Pahlavi Dictionary, Londra e New York, Routledge Curzon, 2005, p. 120, ISBN 0-19-713559-5.
  7. ^ Wiesehofer (1996).
  8. ^ (EN) A Brief History, su Culture of Iran. URL consultato il 24 aprile 2022 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2007).
  9. ^ Shapur Shahbazi (2005).
  10. ^ (EN) Khaleghi-Motlagh, Derafš-e Kāvīān, su iranicaonline.org. URL consultato il 24 aprile 2022.
  11. ^ Hourani (2013), p. 87.
  12. ^ Bury (1923), p. 109.
  13. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dur158
  14. ^ (EN) Matteo Compareti, Sasanians in Africa, in Transoxiana, n. 4, luglio 2002.
  15. ^ Sarfaraz e Firuzmandi (1996), pp. 329-330.
  16. ^ (EN) Iransaga: The art of Sassanians, su artarena.force9.co.uk. URL consultato il 24 aprile 2022.
  17. ^ Zarinkoob (1999), p. 305.

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