Incenso

Vari tipi di incenso: (da sinistra verso destra, dall'alto in basso) makko (Machilus thunbergii), canfora borneola (Dryobalanops aromatica), benzoino di Sumatra (Styrax sp.), incenso dell'Oman (Boswellia sacra), guggul (Commiphora wightii), incenso dorato (Boswellia papyrifera), balsamo de Tolu (Myroxylon toluifera), mirra di Somali (Mirra commiphora), ladanum (Cistus monspeliensis), opoponax (Commiphora opoponax), sandalo indiano bianco (Santalum album)

Il termine incenso deriva dal latino incendere ("bruciare") e nell'uso comune si riferisce a tutte quelle sostanze di origine vegetale (non solo resine ma anche radici, cortecce, bacche, fiori e foglie) che, bruciate, producono una fragranza. Per antonomasia, con 'incenso' si indicano specificamente le oleoresine secrete da piante arbustive del genere Boswellia che crescono nelle regioni meridionali della penisola arabica e nelle antistanti coste dell'Africa orientale, delle quali la più ricercata è la Boswellia sacra.


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