Indie rock

Indie rock
Origini stilisticheRock alternativo
Garage rock
Musica underground
Origini culturaliStati Uniti, Regno Unito (anni 1980)
Strumenti tipicivoce, chitarra elettrica, basso elettrico, batteria, tastiera
Popolaritàfine anni 2000 e per tutti gli anni 2010
Sottogeneri
Lo-fi - Indie pop - Indietronica - Slowcore
Generi derivati
Riot Grrl - Post-rock - Noise rock - Math rock - Emo - Midwest emo
Generi correlati
New wave - Folk psichedelico - Baroque pop - Madchester
Categorie correlate
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L'indie rock è un sottogenere della musica rock che ha avuto origine negli Stati Uniti, in Europa e in Nuova Zelanda dagli anni '70 agli anni '80[1]. Originariamente utilizzato per descrivere etichette discografiche indipendenti, il termine è stato in seguito associato alla musica da loro prodotta e inizialmente è stato utilizzato in modo intercambiabile con rock alternativo o "pop rock chitarristico"[2].

Una delle scene principali del movimento è stata Dunedin[3], dove divennero popolari tra gli studenti un suono e una nuova forma culturale basati sulla convergenza di noise pop e jangle[4][5][6]. Etichette indipendenti come Flying Nun iniziarono a promuovere la scena in tutta la Nuova Zelanda, ispirando gruppi college rock importanti negli Stati Uniti come Pavement, Pixies e R.E.M.[5][7]. Altre scene degne di nota si svilupparono a Manchester e Amburgo, con molte altre che in seguito prosperarono.

Negli anni '80 l'uso del termine "indie" (o "indie pop") iniziò a cambiare di senso, spostandosi dal riferirsi alle case discografiche alla descrizione dello stile musicale prodotto dalle etichette punk rock e post-punk[8]. Durante gli anni '90 le band grunge e punk revival negli Stati Uniti e le band Britpop nel Regno Unito si inserirono con forza nella cultura mainstream e il termine "alternative" perse il proprio significato controculturale. Il termine "indie rock" è stato associato alle band e ai generi che sono rimasti fedeli al loro status di indipendenti[9]. Alla fine degli anni '90 l'indie rock aveva sviluppato diversi sottogeneri e stili, tra cui lo-fi, noise pop, emo, slowcore, post-rock e math rock[9]. Negli anni 2000 i cambiamenti nell'industria musicale e la crescente importanza di Internet hanno consentito a una nuova ondata di gruppi indie rock di raggiungere il successo mainstream, portando a interrogarsi sul significato del termine[10].

All'inizio degli anni 2000 conseguirono un successo mainstream nuove band che suonavano una versione essenziale del rock chitarristico. La svolta commerciale di queste scene è stata guidata da quattro band: The Strokes, The White Stripes, The Hives e The Vines. Anche l'emo ha fatto irruzione nella cultura popolare all'inizio degli anni 2000[11]. Entro la fine del decennio, la proliferazione delle band indie veniva definita "discarica indie"[12] ed il termine "landfill indie" veniva utilizzato da alcuni critici e siti web negli anni '20 come sottogenere per un certo tipo di band indie degli anni 2000, nello stesso modo in cui il Britpop era usato per la musica chitarristica britannica degli anni '90[13][14][15].

  1. ^ (EN) How did the Dunedin Sound influence the - Savedelicious.com, su SaveDelicious, 3 aprile 2019. URL consultato il 22 maggio 2022.
  2. ^ Katja Plemenitas, The Complexity of Lyrics in Indie Music: The Example of Mumford & Sons, in Kennedy e Gadpaille (a cura di), Words and Music, Cambridge Scholars Publishing, 2014, p. 79, ISBN 978-1-4438-6438-1.
  3. ^ (EN) Oli Wilson e Michael Holland, Not our ‘Dunedin sound’: Responses to the historicisation of Dunedin popular music, in Popular Music, vol. 39, n. 2, maggio 2020, pp. 187–207, DOI:10.1017/S0261143019000278, ISSN 0261-1430 (WC · ACNP).
  4. ^ (EN) themusic.com.au, https://themusic.com.au/. URL consultato il 1º settembre 2022.
  5. ^ a b (EN) John Gibb, Upcoming Chills exhibition a collaborative effort, su Otago Daily Times Online News, 26 maggio 2018. URL consultato il 1º settembre 2022.
  6. ^ (EN) Flying Nun Records: 10 of the best songs of the Dunedin sound, su the Guardian, 27 gennaio 2017. URL consultato il 1º settembre 2022.
  7. ^ (EN) Blasts from the present, su Otago Daily Times Online News, 9 marzo 2015. URL consultato il 1º settembre 2022.
  8. ^ S. Brown and U. Volgsten, Music and Manipulation: on the Social Uses and Social Control of Music (Berghahn Books, 2006), ISBN 1-84545-098-1, p. 194.
  9. ^ a b Indie rock, in Allmusic (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2011)..
  10. ^ N. Abebe, The decade in indie, in Pitchfork, 25 febbraio 2010. URL consultato il 30 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2012)..
  11. ^ J. DeRogatis, True Confessional?, in Chicago Sun-Times, 3 ottobre 2003 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2011)..
  12. ^ T. Walker, Does the world need another indie band?, in Independent, 21 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2010)..
  13. ^ How landfill indie swallowed guitar music in the mid-Noughties, su The Independent, 28 luglio 2019.
  14. ^ The Top 50 Greatest Landfill Indie Songs of All-Time (Vice), su The Pie Shop.
  15. ^ The Top 50 Greatest Landfill Indie Songs of All Time, su Vice.com.

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