Invasione della Jugoslavia

Invasione della Jugoslavia
parte della campagna dei Balcani
del Fronte Jugoslavo
e della seconda guerra mondiale
Data6 aprile - 17 aprile 1941
LuogoJugoslavia
Esito
  • Vittoria dell'Asse, occupazione del paese
  • Creazione di Croazia, Serbia e Montenegro
  • Schieramenti
    Comandanti
    Effettivi
    700.000 uomini;
    400 aerei
    850.000 uomini;
    500 aerei
    Perdite
    Bandiera della Germania Germania:
    151 morti
    392 feriti
    15 dispersi
    60+ aerei abbattuti e oltre 70 avieri uccisi o dispersi.
    Bandiera dell'Italia Italia:
    3.324 tra morti, feriti e dispersi
    10+ aerei abbattuti, 22 danneggiati.
    Bandiera dell'Ungheria Ungheria:
    120 morti
    223 feriti
    13 dispersi
    1+ aerei abbattuti.
    Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia:
    Migliaia di civili e soldati uccisi
    Tra i 254.000 e i 345.000 prigionieri catturati dai Tedeschi e 30.000 dagli Italiani
    (Stime ufficiali tedesche: di questi 6.298 ufficiali e 337.864 soldati)
    49 aerei abbattuti, 103 tra piloti e aviatori uccisi
    210-300 aerei catturati[1]
    3 cacciatorpediniere e 3 sottomarini catturati
    Voci di guerre presenti su Wikipedia
    La situazione in Europa prima della campagna dei Balcani e le fasi dell'invasione
    Ufficiali jugoslavi catturati prima della loro deportazione in Germania
    Renault FT jugoslavo distrutto
    Bersaglieri italiani durante l'invasione
    Navi della marina jugoslava catturate dalla Regia Marina italiana nell'aprile 1941. Da sinistra: il posamine leggero Mljet, l'incrociatore leggero Dalmacija (ribattezzato Cattaro) e il posamine Meljine.

    L'invasione della Jugoslavia (chiamata anche guerra d'aprile soprattutto dalla storiografia jugoslava e identificata con il nome in codice Operazione 25 dall'Asse)[2][3] fu l'attacco sferrato dalle potenze dell'Asse contro il Regno di Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale.

    Adolf Hitler, interessato ad organizzare una grande campagna militare nei Balcani per aiutare l'alleato Benito Mussolini nell'invasione italiana della Grecia e consolidare la situazione strategica della Germania nazista, decise, il 27 marzo 1941, di dare inizio all'invasione dopo aver appreso di un colpo di Stato a Belgrado da parte di militari favorevoli alla Gran Bretagna.[4]

    La campagna, iniziata il 6 aprile seguente con un devastante bombardamento aereo della Luftwaffe sulla capitale jugoslava, fu caratterizzata dalla rapida e agevole avanzata delle Panzer-Division tedesche, che sbaragliarono ogni resistenza; l'esercito jugoslavo si disgregò e lo Stato, minato anche da profondi contrasti politici ed etnici interni, si dissolse.

    La Wehrmacht diede una nuova impressionante dimostrazione di superiorità militare e Hitler e i suoi alleati poterono frantumare il territorio jugoslavo, organizzare governi collaborazionisti e dare inizio all'invasione tedesca della Grecia, ma sul territorio si sviluppò rapidamente una guerriglia nazionalista e monarchica, seguita quindi dalla crescente azione dei partigiani comunisti di Josip Broz Tito, che avrebbero ben presto messo in notevole difficoltà le truppe occupanti dell'Asse.

    1. ^ Shores, Christopher F.; Cull, Brian; Malizia, Nicola (1987). Air War for Yugoslavia, Greece, and Crete, 1940–41. Londra: Grub Street. ISBN 978-0-948817-07-6, pagina 310
    2. ^ Enver Redžić, Bosnia and Herzegovina in the Second World War, Frank Cass, Abingdon, 2005, ISBN 0-7146-5625-9, pagina 9
    3. ^ Vogel, Detlef (2006). "German Intervention in the Balkans". Germany and the Second World War, Volume III: The Mediterranean, South-East Europe, and North Africa, 1939–1941. Oxford: Oxford University Press. pp. 449–556.
    4. ^ Jozo Tomasevich, War and Revolution in Yugoslavia, 1941–1945: The Chetniks, 1975, Stanford University Press, San Francisco, ISBN 0-8047-0857-6, pagina 55

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