Kyrie eleison (o Kyrie, come viene generalmente abbreviato) è una preghiera della liturgia cristiana.
La locuzione originale è scritta in greco (Κύριε ἐλέησον) e Kyrie eleison è la traslitterazione dell'espressione usata nella liturgia in latino. Nella lingua italiana è stata tradotta per la liturgia con Signore, pietà; tuttavia, con maggiore aderenza, potrebbe essere tradotta anche come Signore, abbi benevolenza. Deriva dall'imperativo aoristo del verbo greco eleo (ho pietà di, mostro misericordia verso).[1] Questo modo e tempo verbale indicano un'azione continuativa (la parola "aoristo" indica letteralmente ciò che è senza limiti e confini, e si riferisce a un tempo indefinito, valido sempre): è quindi una richiesta a Dio di continuare a avere pietà, di non smettere di avere misericordia.[2]
Generalmente la formula è pronunciata secondo la pronuncia itacistica del greco, suonando [ˈkirie eˈlɛjson] o anche [ˈkirje eˈlɛjzon]; secondo la pronuncia erasmiana dovrebbe invece pronunciarsi: ['kyrie eˈleɛːson].
Vi sono espressioni simili in alcuni salmi e all'interno dei Vangeli: il Kyrie è la più antica testimonianza di uso liturgico cristiano, risalente al IV secolo nella chiesa di Gerusalemme e al V secolo nella messa di rito romano. È usato come preghiera litanica e risposta a determinate invocazioni nel rito romano nella messa e in altre celebrazioni. È usato anche nel rito ambrosiano e nel rito bizantino in lingua greca[3].
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