L'esploratore nell'Illuminismo

L'esplorazione è l'atto, comune a tutti gli animali non sessili, di ricercare, attraverso il movimento, informazioni sul proprio ambiente e trarne risorse. Nel caso dell'uomo, l'esplorazione consiste specialmente di operazioni di ricognizione geografica sia per scopi legati alla ricerca scientifica (in particolare geofisica, ma anche archeologia, antropologia, etnologia, economia), sia per lo sfruttamento commerciale (eventualmente coloniale) dei nuovi territori.

Prima dell'Illuminismo lo scopo principale delle esplorazioni era la volontà di conquista di nuovi territori. Fu solo con l'avvento del XVIII secolo, infatti, che il fine delle esplorazioni geografiche divenne la ricerca scientifica e la conoscenza della cultura dei popoli "selvaggi" che abitavano quei territori inesplorati. A causa di questo cambiamento gli uomini che salparono per mari inesplorati non erano più solamente uomini d'armi con una carriera militare alle spalle, ma uomini di scienza come botanici, naturalisti e geografi.[1]


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